Giovedì 19 Dicembre 2024
DUCCIO MOSCHELLA
Lo dice La Nazione

Per le strade fiorentine: ascolta il podcast

Notizie, curiosità, spunti di riflessione, indiscrezioni. Tutto questo e molto altro ancora nel podcast realizzato dalla redazione de La Nazione per raccontarvi Firenze in un modo diverso ed inedito

Lo dice La Nazione

Dove abiti? In via dei Marmi Sudici. Non è davvero un bel biglietto da visita. Eppure a Firenze può capitare anche questo, come stare di casa in via delle Belle Donne, che è senz’altro un indirizzo meno imbarazzante.

Ma c’è anche via delle Brache, una strada stretta e buia compresa fra via de’ Neri e piazza de’ Peruzzi.

L’origine del suo nome è piuttosto incerta. Alcuni sostengono che, anticamente, si chiamasse “chiasso di Calabrache” perché scelta dai passanti per espletare i propri bisogni fisiologici lontano da occhi indiscreti, comportamento purtroppo ancora piuttosto diffuso. Una seconda versione, più accreditata e meno indecorosa, sostiene che questa stradina – fresca e ombrosa in estate – fosse punto di ritrovo delle massaie che vi svolgevano le faccende domestiche.

E, fra un lavoretto e l’altro, le donne fiorentine finivano per spettegolare fra di loro…. anzi, come si dice in Toscana, “a bracare”: espressione che indica il ficcare il naso negli affari degli altri. La seconda puntata del podcast di Duccio Moschella, Bricciche fiorentine 4.0, storie, storielle e aneddoti tratti dal mito e dalla realtà di un luogo straordinario, famoso e ancora da scoprire, accompagna gli ascoltatori nella toponomostica fiorentina del tempo che fu e su come si sarebbe trovato in difficoltà un postino nella città del tempo che fu.

Mancavano per cominciare i numeri civici e – tanto per non complicarsi la vita – certe vie avevano più nomi, addirittura uno per ogni tratto e spesso venivano cambiati, sia perché una grande famiglia, cui era legata la denominazione popolare della strada, mutava di residenza, sia perché una fazione era sconfitta da un’altra, sia perché i maestri di un’Arte cambiavano di bottega. Per non dimenticare le intitolazioni agli eroi di un regime, autoritario o democratico, cancellate da quello successivo.