Dove abiti? In via dei Marmi Sudici. Non è davvero un bel biglietto da visita. Eppure a Firenze può capitare anche questo, come stare di casa in via delle Belle Donne, che è senz’altro un indirizzo meno imbarazzante.
Ma c’è anche via delle Brache, una strada stretta e buia compresa fra via de’ Neri e piazza de’ Peruzzi.
L’origine del suo nome è piuttosto incerta. Alcuni sostengono che, anticamente, si chiamasse “chiasso di Calabrache” perché scelta dai passanti per espletare i propri bisogni fisiologici lontano da occhi indiscreti, comportamento purtroppo ancora piuttosto diffuso. Una seconda versione, più accreditata e meno indecorosa, sostiene che questa stradina – fresca e ombrosa in estate – fosse punto di ritrovo delle massaie che vi svolgevano le faccende domestiche.
E, fra un lavoretto e l’altro, le donne fiorentine finivano per spettegolare fra di loro…. anzi, come si dice in Toscana, “a bracare”: espressione che indica il ficcare il naso negli affari degli altri. La seconda puntata del podcast di Duccio Moschella, Bricciche fiorentine 4.0, storie, storielle e aneddoti tratti dal mito e dalla realtà di un luogo straordinario, famoso e ancora da scoprire, accompagna gli ascoltatori nella toponomostica fiorentina del tempo che fu e su come si sarebbe trovato in difficoltà un postino nella città del tempo che fu.
Mancavano per cominciare i numeri civici e – tanto per non complicarsi la vita – certe vie avevano più nomi, addirittura uno per ogni tratto e spesso venivano cambiati, sia perché una grande famiglia, cui era legata la denominazione popolare della strada, mutava di residenza, sia perché una fazione era sconfitta da un’altra, sia perché i maestri di un’Arte cambiavano di bottega. Per non dimenticare le intitolazioni agli eroi di un regime, autoritario o democratico, cancellate da quello successivo.