"Madonna che silenzio c’è stasera. Guarda, c’è un silenzio stasera...”. In realtà, caro Francesco, il silenzio c’è ormai da un pezzo. E cioè quando, un anno fa, te ne sei andato lasciandoci orfani di quella tua comicità stralunata e surreale, spiazzante, esplosiva eppure sempre opacizzata da una malinconia profonda, antica.
Francesco Nuti da Narnali, borgata di Prato di pancia toscana tosta e vera che, proprio quando il Nostro sul finire dei Settanta, si affacciò sui primi palchi polverosi, con il suo canestro di capelli riccioluti e lo sguardo strapazzato da playboy inconsapevole, iniziò il suo processo di metamorfosi urbana.
Ed è proprio nelle pieghe delle contraddizioni di una campagna che diventa d'improvviso cemento, fracasso e telai, che si delinea il talento di questo Charlot di provincia cinico e grottesco, che mischia appunto l’arguzia rurale al disincanto cittadino. Iniziò con i monologhi stralunati, poi l’avventura corale con i ’Giancattivi’, Alessandro Benvenuti e Athina Cenci con i quali sarà il protagonista di un gioiello di grottesco non sense, «A ovest di Paperino».
Quindi la svolta e l’inizio della carriera in solitaria con film rimasti nell’immaginario collettivo. Su tutti 'Caruso Pascoski di padre polacco'. E poi ’Tutta colpa del paradiso’, Willy Signori. E vengo da lontano’, ’Donne con le gonne’. Ricordi e frasi mitiche da ricordare tutti insieme.
Lo dice La Nazione: notizie, curiosità, spunti di riflessione, indiscrezioni. Tutto questo e molto altro ancora nel podcast realizzato dalla redazione de La Nazione per raccontarvi Firenze in un modo diverso e inedito