Firenze, 1 novembre 2024 - “Sono stata io, l’ho fatto per invidia: era bella e felice, lei e il marito. Troppo felice. Era una donna da ammirare, per questo l’ho uccisa”. Daniela Cecchin pronunciò queste esatte agli agenti della squadra mobile di Firenze, che la fermarono in una cabina telefonica in piazza delle Cure, alle 6 del mattino del 14 novembre 2003. Sei giorni prima aveva sgozzato, nella sua casa di via della Scala, la funzionaria di banca Rossana D’Aniello.
La storia di Daniela Cecchin è una storia di sangue e violenza. Ma non solo. è anche un viaggio nelle camere più oscure della mente umana, dove la donna custodiva la sua realtà alternativa, intrisa di paranoie e frustrazione. Castelli di solitudine i cui mattoni erano tenuti insieme da una malta di rabbia repressa e invidia per la felicità altrui.