Il Caffè dei Servi di Strada Maggiore, il Caffè degli Stelloni al Canton de' Fiori (l'attuale via Indipendenza all'angolo con via Rizzoli) frequentato da Luigi Zamboni e Giovan Battista De Rolandis – i due patrioti che a fine Settecento furono uccisi dopo aver provato a ribaltare il governo dello Stato Pontificio – il Caffè della Barchetta, quello dell'Arena, il preferito dagli attori e dagli addetti ai lavori del teatro, e soprattutto il Caffè del Pavaglione in piazza Galvani, il prediletto dal premio Nobel per la letteratura Giosuè Carducci, che proprio lì a fianco aveva il suo editore, ossia Zanichelli: anche Bologna fu, tra fine del Settecento e primi decenni del Novecento, una città ricca di caffè letterari. Un'eredità che sotto le Due Torri, come ci spiega lo storico Marco Poli, non è andata del tutto persa con l'arrivo del mondo contemporaneo.
Il Resto di BolognaI caffè letterari di Bologna