Non c’è più religione, e nel caso della scuola italiana spesso non c’è più neanche educazione fisica. Ma è sicuramente ben presente fin dagli albori la religione nei Giochi Olimpici, non solo perché le prime gare nell’antichità furono disputate proprio come tributo a una divinità come Zeus, e il nome stesso delle Olimpiadi rimanda al monte degli dèi greci.
In realtà anche in tempi come quelli moderni, sicuramente più laici, il peso delle convinzioni religiose degli atleti è stato importante: tra rifiuti a gareggiare nei giorni dedicati al Signore e rispetto variabile delle imposizioni del dogma, in base a un opportunismo da medaglia, sono molte le storie in cui preghiera e sforzo atletico si mescolano con risultati contraddittori. E in fondo lo stesso De Coubertin era animato da uno spirito evangelizzatore.