Martedì 23 Luglio 2024

Una generazione ’on the beat’. Tra jazz, alcool e amfetamine

Nell’America postbellica, artisti e intellettuali si rifugiano nell’anticonformismo

Una generazione ’on the beat’. Tra jazz, alcool e amfetamine

Una generazione ’on the beat’. Tra jazz, alcool e amfetamine

"Un gruppo di bambini all’angolo della strada che parlano della fine del mondo". Così Jack Kerouac definisce la Beat generation, in termini che potrebbero echeggiare l’estetica pascoliana del fanciullino. L’autore di ’On the Road’ è del resto l’anima più lirica del movimento artistico-letterario esploso negli Usa degli anni ‘50 e antesignano di tanta parte delle controculture giovanili d’oltreoceano dei decenni successivi.

Beat come battito, ritmo. In particolare quello jazz del Bebop di Charlie Parker (leggi a fianco, ndr.), la cui improvvisazione energica, veloce, sincopata e fuori dagli schemi rappresenta l’ispirazione, oltre che la colonna sonora, della Beat generation. La definizione è dello stesso Kerouac. Essere ’on the beat’ significava un senso di desolazione e sconforto rispetto alla società degli afroamericani delle periferie. Ma anche il ritmo sincopato dell’anticonformismo e l’antiautoritarismo rispetto alle gerarchie della società dei consumi a rate e il maccartismo del dopoguerra. Che Kerouac intreccia con beatific, ovvero un senso di ottimistica beatitudine, di evasione nella spiritualità come nei piaceri materiali dell’alcol, le droghe e la liberazione sessuale. Anche se nel 1969 morirà proprio affogato dall’alcol e prosciugato dalla fame.

È tra le aule, i dormitori e i locali nei dintorni della Columbia University che si incontrano Kerouac, Allen Ginsberg, Lucien Carr, William S. Burroughs (nella foto in alto) e altri: tutti animati dalla ricerca di una nuova visione e un nuovo linguaggio rispetto alla tradizione accademica, rifiutando ogni politicizzazione, che invece prende piede in seguito. Un ruolo di spicco lo svolge Neal Cassidy, avventuriero impenitente, brevemente amante di Ginsberg, ammirato compagno di viaggi di Kerouac in ’On the Road’: romanzo di formazione e ribellione di riferimento della Beat generation scritto nel 1951 su un rotolo da telescrivente (ma pubblicato nel 1957), all’insegna del nomadismo e la riappropriazione dei grandi spazi americani e della frontiera. La diffusione della letteratura Beat in Italia si deve soprattutto a Fernanda Pivano.

Nella seconda metà degli anni ‘50 i Beat si riversano nel Greenwich Village di New York, frequentando molti bar della zona, dove incontrano con Jackson Pollock e altri pittori astratti che condividono l’ispirazione beat del jazz. Negli anni ‘60 la scena di trasferisce sulla costa ovest nella San Francisco Bay, dove Ginsberg è andato ad abitare dal 1954 e ha iniziato a scrivere il celebre poema ’Howl’, l’Urlo.

a cura di Cosimo Rossi