Giovedì 7 Novembre 2024

Studenti di origine straniera, cresce il rischio di dispersione

I dati del Ministero: il 26,4% è in ritardo contro il 7,9% dei compagni italiani

Studenti di origine straniera, cresce il rischio di dispersione

I DATI DEL MINISTERO: IL 26,4% È IN RITARDO CONTRO IL 7,9% DEI COMPAGNI ITALIANI

La scuola rappresenta lo spazio principale di incontro tra studenti e studentesse con provenienze diverse e, seppure spesso con pochi mezzi, oggi è diventata la principale palestra di cittadinanza. Secondo i dati del Ministero dell’istruzione e del merito infatti, nell’anno scolastico 2022/23 gli alunni con cittadinanza non italiana erano 914.860, l’11,2% del totale degli studenti. Il 44,42%, è di origine europea, il 27,25% africana e il 20,27% asiatica, con gli allievi di origine rumena, albanese e marocchina che ne costituiscono oltre il 40%.

Sono proprio loro però a essere maggiormente coinvolti nei fenomeni di dispersione scolastica e di fallimento formativo. Più di un quarto degli studenti con cittadinanza non italiana non completa il percorso di istruzione secondaria e l’abbandono scolastico riguarda maggiormente i ragazzi rispetto alle ragazze. Le distanze tra gli studenti italiani e quelli di origine migratoria rimangono notevoli. Nell’anno scolastico 2022/2023 gli studenti italiani in ritardo sono il 7,9% contro il 26,4% degli studenti con cittadinanza non italiana. I problemi che devono affrontare sono infatti molteplici: adattarsi a uno stile di vita diverso e a un nuovo sistema scolastico, imparare una lingua, difficoltà a fare amicizie e doversi talvolta confrontare con pregiudizi e stereotipi. E questo riguarda anche i ragazzi di seconda e terza generazione che a volte faticano a trovare un loro percorso e sperimentano una ’dispersione dell’identità’ non riconoscendosi né nel paese dei loro genitori né in quello attuale. Una recente indagine Istat poi, ha evidenziato che la percentuale di minori stranieri chi non sa quale percorso intraprendere dopo le medie o non continuerà gli studi dopo le superiori è più elevata, mentre l’indagine sul pluralismo culturale nelle scuole italiane ’Il mondo in una classe’ di Save the Children, ha mostrato che gli studenti senza cittadinanza italiana avvertono più dei coetanei un senso di estraneità alla comunità scolastica.

L’accesso all’istruzione, fin dai primi anni di vita, diventa quindi uno dei fattori fondamentali per l’integrazione e il successo educativo degli studenti. A confermarlo, il decreto-legge 71/2024, approvato definitivamente dal Senato il 23 luglio 2024, che prevede nuove misure per l’integrazione scolastica degli alunni stranieri che entreranno in vigore dall’anno scolastico 2025/2026, quali l’assegnazione di un docente dedicato all’insegnamento dell’italiano per le classi con un numero di studenti stranieri pari o superiore al 20% degli studenti della classe (qualora le loro competenze linguistiche di base nella lingua italiana non corrispondano almeno al livello A2 del Quadro comune europeo di riferimento) e la possibilità per le istituzioni scolastiche di organizzare attività di potenziamento didattico in orario extracurricolare così da garantire una reale uguaglianza tra tutti gli studenti e combattere la dispersione.

"C’è bisogno di assicurare un sostegno concreto e continuativo alle scuole per favorire i processi di inclusione – sottolinea Raffaela Milano, Direttrice ricerca Save the Children – potenziando l’offerta scolastica ed extrascolastica sin dalla prima infanzia, in particolare dove si concentra la presenza dei minori con background migratorio".

a cura di Marina Santin