Le nuove generazioni sono il nostro futuro, per questo vanno tutelate e protette. Lo si afferma spesso, anzi, sempre, eppure i diritti dei bambini e dei ragazzi, rimangono di frequente una chimera, vuoi per discriminazioni, per disuguaglianze sociali, per
mancanza di servizi educativi e sanitari, per guerre, mancanza di risorse o calamità naturali, senza dimenticare i fenomeni di violenza, bullismo e pedopornografia. Ad oggi, la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, o meglio la Convention on the Rights of the Child (Crc), dove “child” appunto, significa “bambini e adolescenti” di età inferiore ai 18 anni, è ancora lo strumento normativo internazionale più completo per la promozione e tutela dei diritti dei minori, sancendo nel proprio testo le diverse tipologie di diritti umani.
Approvata il 20 novembre del 1989 da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e ratificata dall’Italia il 27 maggio 1991 con la Legge n. 176, è anche il trattato in materia di diritti umani con il più alto numero di ratifiche, ben 194 Stati vi hanno aderito accettando l’obbligo a uniformare le norme di diritto interno a quelle in esso contenute e ad attuare tutti i provvedimenti necessari per assistere i genitori e le istituzioni nell’adempimento dei loro obblighi nei confronti dei minori. Composta da 54 articoli, la Crc è divisa in tre parti: la prima contiene i diritti riconosciuti a ogni bambino (art. 1-41), la seconda individua gli organismi preposti e le modalità per il miglioramento e il monitoraggio della Convenzione (art.
42-45) e la terza descrive la procedura di ratifica (art. 46-54). Nei primi 41 articoli, quattro vengono identificati come principi fondamentali: il diritto alla non discriminazione senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione (art. 2); il superiore interesse del bambino, che deve avere la priorità in ogni legge, provvedimento, situazione problematica e iniziativa pubblica o privata (art. 3); il diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo (art. 6) e l’ascolto delle opinioni del minore in tutti i processi decisionali che lo riguardano e il dovere, per gli adulti, di tenerle in considerazione (art. 12).
Alla Crc si affiancano tre Protocolli facoltativi approvati dall’Onu: quello concernente la vendita, la prostituzione e la pornografia rappresentante persone di età minore, il Protocollo sul coinvolgimento delle persone di età minore nei conflitti armati e Il terzo Protocollo che consente ai minori di sollevare reclami per violazioni dei propri diritti. Questi tre testi sono stati ratificati dall’Italia, i primi due nel 2002 e il terzo protocollo nel 2015.
a cura di Marina Santin