Giovedì 21 Novembre 2024

Povertà economica ed educativa: "I ragazzi derubati del domani"

SAVE THE CHILDREN: UN ADOLESCENTE SU DIECI IN CONDIZIONI DI GRAVE PRIVAZIONE

Povertà economica ed educativa: "I ragazzi derubati del domani"

SAVE THE CHILDREN: UN ADOLESCENTE SU DIECI IN CONDIZIONI DI GRAVE PRIVAZIONE

Si misura la povertà solo in termini economici e materiali, trascurando altri aspetti altrettanto importanti, soprattutto per i più giovani, come le opportunità di crescita educativa e socio-emozionale. Povertà economica e povertà educativa infatti, si alimentano a vicenda. Secondo i dati Istat, in Italia nel 2023, 1,3 milioni i minorenni erano in povertà assoluta e quasi 748mila (il 12,4%) le famiglie con minori nelle stesse condizioni. L’indagine nazionale su povertà minorile e aspirazioni ’Domani (Im)possibili’, condotta da Save the Children su ragazzi di 15 e 16 anni, rileva poi che quasi un adolescente su dieci si trova in condizioni di grave deprivazione economica, una condizione che influisce sul presente limitando anche le prospettive per il domani, tanto che per molti di loro risulta difficile pensare un altro futuro per sé. Il 67,4% dei ragazzi, ad esempio, teme che, se anche lavorerà, non riuscirà ad avere sufficienti risorse economiche e più di uno su quattro pensa che non riuscirà a finire la scuola e che dovrà andare a lavorare.

La povertà materiale è infatti uno dei fattori determinanti della povertà educativa, ovvero la privazione della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni. Questo fenomeno impatta anche sullo sviluppo e sulle opportunità di inserimento lavorativo generando quello dei Neet, giovani che non lavorano e non cercano un’occupazione. In Italia, secondo l’Istat, nel 2023, i Neet tra i 15 e i 34 anni erano oltre 5,7 milioni, il dato più alto rispetto a tutti gli altri stati dell’Unione europea.

Anche l’istruzione dei genitori condiziona il futuro dei ragazzi. Oltre un terzo dei figli di non diplomati si trova in deprivazione materiale, uno svantaggio che porta a una maggiore incidenza di dispersione e abbandono scolastico. Nell’indagine di Save the Children infattti, il 28,1% dei ragazzi afferma che non concluderà la scuola e andrà a lavorare e, secondo i dati di Almadiploma, nel 2023 in 2 casi su 3, i figli di chi non ha il diploma non si diplomano a loro volta evidenziando che le disuguaglianze economiche ed educative, tramandandosi dai genitori ai figli, rendono la povertà educativa ereditaria.

Ad aggravare la povertà educativa, anche la rinuncia a opportunità scolastiche ed extrascolastiche e attività sportive, cui si aggiunge la difficoltà ad acquistare libri e materiale scolastico.

Da non sottovalutare poi la componente emotiva legata alla povertà materiale, correlata a sua volta a quella educativa. L’indagine dimostra che tra i giovani più del 40% prova sentimenti negativi come ansia (24,8%), sfiducia (5,8%) e paura (12,1%).

II contrasto della povertà educativa richiede quindi un approccio integrato che coinvolge una pluralità di contesti – scuola, famiglia, anici e tempo libero – con un unico obiettivo: ’Leaving no one behind’, non lasciare nessuno indietro, il motto dell’Agenda Onu 2030.

a cura di Marina Santin