Giovedì 27 Giugno 2024

Un fatto, un’epoca: pianoforte

Nel XIX secolo il pianoforte rivoluziona la musica grazie alla sua dinamicità sonora, consentendo esecuzioni virtuosistiche e espressive. Da Cristofori a Beethoven, gli artisti ne esplorano le potenzialità.

PIANOFORTE

PIANOFORTE

Data 1698, ad opera del padovano Bartolomeo Cristofori, la costruzione del primo modello di quello che è a tutt’oggi considerato il principe degli strumenti musicali. Ma è con l’inizio del XIX secolo, nel pieno dell’epoca romantica, che l’evoluzione tecnica del pianoforte ha il maggiore impatto sulla storia e la qualità della musica.

Arte e tecnologia sono sempre intrecciate. La grande novità del fortepiano, poi pianoforte, è inscritta nel nome stesso dello strumento: ovvero la possibilità di aumentare o diminuire il suono a seconda della pressione sulla tastiera. Rispetto al clavicembalo, che pizzica le corde sempre con la stessa intensità, il martello del piano permette all’esecutore di controllare la dinamica del suono, offrendo tutto un ventaglio di nuove possibilità espressive. Una duttilità che ha portato alla progressiva adozione dello strumento, inizialmente molto costoso. E che ha permesso le grandi innovazioni esecutive e i virtuosismi della musica di inizio Ottocento.

Da principio Bach fu scettico, poi Scarlatti iniziò a saggiare lo strumento alla corte di Madrid. Ma è da Vienna che il fortepiano/pianoforte prende il sopravvento. Prima Haydn e Mozart, ma soprattutto Beethoven, Schumann, Schubert, Chopin, Liszt, Brahms sviluppano tutti le straordinarie potenzialità del nuovo strumento.

Cosimo Rossi