Già Leonardo da Vinci pensava all’arte come scienza, come strumento per indagare la natura nella quale si trovano le ragioni delle cose. Ma era una scienza che ancora l’uomo riusciva a dominare.
Al nostro tempo la situazione è assai più complessa e complicata, perché l’avanzata delle nuove tecnologie ci pone ormai un passo indietro a quello che le “macchine“ e la scienza, per quanto create dall’uomo, riescono a fare.
In questo universo sempre più multimediale che si dilata all’infinito, è quasi impossibile definire un confine tra le varie discipline, contaminate e interconnesse a doppia mandata.
Ecco allora la “New Media Art“, con la quale si intendono opere d’arte che fin dall’inizio sono progettate e poi realizzate con strumenti multimediali. All’interno ci sta tutto: arte virtuale, digitale, sonora, interattiva, computer grafica e animazione al computer, arte su Internet. Persino i videogiochi, la robotica, la stampa 3D e l’arte cyborg sono della famiglia.
Del resto, gli artisti sono coloro che più di altri vivono il tempo presente anticipando le sensibilità e le istanze del futuro. E in quanto tali, come potrebbero ignorare le possibilità e le esplorazioni che le nuove tecnologie consentono?
Sta di fatto che ormai musei e istituzioni culturali si stanno attrezzando per affrontare la fruizione e la conservazione della new media art. Per oggi e per domani.
A cura di Olga Mugnaini