Ridurre le emissioni dei trasporti del 90% entro il 2050: questo l’obiettivo fissato dall’Unione Europea, come previsto dal Green Deal. Ma come fare a ridurre le emissioni per chi, al momento, non può investire in veicoli a emissioni zero? Una risposta concreta si trova in un nuovo sistema di monitoraggio, il cui risultato è incoraggiante: la mobilità sostenibile può essere accessibile a tutti. E anche un veicolo più vecchio può comunque risultare sostenibile, se guidato con attenzione e per distanze limitate, sfidando così l’attuale paradigma basato sulle sole classi Euro.
Attraverso uno studio pubblicato sulla rivista internazionale Scientific Reports è stato descritto un nuovo sistema di monitoraggio, sviluppato dal Politecnico di Milano, che utilizza il ‘’virtual sensing’’, una svolta significativa nel calcolo delle emissioni dei veicoli, integrando dati reali di guida con avanzati algoritmi predittivi. Questo strumento, in particolare, stima le emissioni di anidride carbonica (CO2) e ossidi di azoto (NOx). Mediante piccoli dispositivi telematici, dotati di Gps per la localizzazione e di unità inerziale per la misura di accelerazioni, il sistema rileva le emissioni basandosi sul reale comportamento di guida. Per cui, sfruttando i dati raccolti da oltre 8mila veicoli privati dotati di scatola nera in Italia e analizzati per oltre 11 milioni di viaggi, gli algoritmi sono in grado di calcolare l’impatto ambientale reale di ogni veicolo. Quindi, prendendo in considerazione tre indicatori di performance principali, precisamente il consumo di carburante, le emissioni di anidride carbonica e di NOx, evidenzia che le emissioni e il consumo non dipendono solo dalla tecnologia del veicolo, ma anche dal comportamento di guida.
Così, viaggiare ad una velocità compresa tra i 50 ed i 75 km/h risulta più efficiente sia per il consumo che per le emissioni. Questo sistema di monitoraggio ha numerose applicazioni potenziali per le città: le amministrazioni possono utilizzarlo per gestire le emissioni nelle aree a traffico limitato, regolando accessi e tariffe di parcheggio in base all’impatto ambientale effettivo dei veicoli, senza vietare a priori la circolazione a nessuno.
Inoltre, gli indicatori potrebbero supportare incentivi per chi adotta stili di guida virtuosi, nel rispetto tuttavia della neutralità tecnologica dell’auto. È possibile dunque ridurre le emissioni senza dover necessariamente cambiare auto. Il sistema è una risposta all’obiettivo predisposto dall’Unione Europea, rendendo possibile un monitoraggio accessibile ed equo anche per chi, al momento, non può investire in veicoli a emissioni zero.
"La metodologia offre una risposta concreta a chi vuole fare la propria parte nella sostenibilità senza dover cambiare immediatamente veicolo - spiega la professoressa Silvia Strada, prima autrice dello studio -. Questo significa mobilità sostenibile per tutti. E dare ai guidatori la possibilità di gestire, conoscere e migliorare il proprio impatto ambientale apre a una transizione inclusiva verso la sostenibilità". Con questa innovazione, il Politecnico di Milano ha posto le basi per un futuro in cui la sostenibilità non sarà solo una questione tecnologica, ma anche comportamentale, rendendo ogni conducente parte attiva del cambiamento ambientale.
a cura di Maurizio Costanzo