Anche se molti ritengono che i dispositivi tecnologici incidano sul piacere di guida la loro utilità è indiscutibile dal punto di vista della sicurezza. A rivelarlo uno studio della Fondazione Filippo Caracciolo - Centro Studi ACI - che ha rivelato come il loro impiego potrebbe incidere, riducendoli in maniera significativa, gli incidenti legati ai comportamenti scorretti da parte del conducente che nel 2022 sono stati il 90% del totale.
I dati raccolti dalle scatole nere installate a fini assicurativi sulle auto hanno rivelato una significativa diminuzione di incidenti da parte dei veicoli dodati di alcuni degli ultimi dispositivi ADAS, l’acronimo di Advanced Driver Assistance Systems. Si tratta di sistemi avanzati di assistenza alla guida che utilizzano tecnologie come sensori, radar, videocamere e computer di bordo per monitorare la guida e intervenire in caso di emergenza. Ad esempio i veicoli dotati di AEB (la frenata automatica di emergenza) hanno il 38% in meno di probabilità di incorrere in incidenti stradali. Sulla base dell’elaborazione compiuta dai tecnici della Fondazione Filippo Caracciolo i moderni sistemi di sicurezza solo in Italia avrebbero potuto evitare il 28% degli incidenti frontali, il 21% degli scontri laterali e l’11% degli investimenti di pedoni. Un dato confermato dalle analisi della Commissione Europea convinta che i sistemi di guida autonoma nei prossimi 15 anni salveranno la vita a 25mila persone ed eviteranno menomazioni gravi ad altre 140mila.
Un miglioramento che è legato alla necessità di svecchiare il parco mezzi circolante. L’Ue si è data da fare consentendo, fin dal 2021 in base al regolamento UNECE, l’omologazione di funzioni di guida avanzate di livello 3 come l’ALKS (Automated Lane Keeping Systems) che consente cambi di corsia automatizzati senza l’intervento del conducente fino a una velocità di 130 Km/h in autostrada. Questa funzione è legata a un sistema ’di riconoscimento della disponibilità del conducente’ che è in grado di rivelare se l’automobilista è presente in posizione di guida, con la cintura allacciata e pronto a compiere la manovra se necessario. Le modifiche della ’Convenzione di Vienna sulla circolazione stradale’ in vigore dal luglio del 2023 prevedono la ’guida automatica’ dove sia recepita dal legislatore nazionale. Con i sistemi di livello 3 il conducente è libero di lasciare il volante in alcune condizioni. Oggi in Italia sono in circolazione veicoli con sistemi di automazione di livello 1 e 2, mentre la guida autonoma non è consentita per limiti delle infrastrutture stradali. La vera priorità del nostro Paese però è riuscire a svecchiare il parco mezzi circolante: il 39% delle vetture in circolazione, quasi una su due, ha oltre 15 anni di età. Il gap che ci separa dal resto d’Europa è sempre più evidente, tanto più che la Commissione ha imposto agli Stati membri di prevedere sui veicoli di nuova immatricolazione la presenza di diversi sistemi di assistenza alla guida: tra questi ci sono l’ELKS un sistema di emergenza per il mantenimento della corsia, l’AEB sistema avanzato di frenata di emergenza, l’ISA che consente di adattare la velocità, il DDAW avviso di disattenzione e stanchezza del conducente oltre al l’interfaccia di installazione del dispositivo alcolock, collegato a un rilevatore che impedisce di mettere in moto in caso di assunzione di alcool. Rientra tra i dispositivi di sicurezza previsti anche l’EDR (Event Data Recorder) che è una sorta di scatola nera dell’auto e consente, in caso di incidente, di valutare cos’è accaduto e il funzionamento di tutti gli altri dispositivi di sicurezza. I veicoli nuovi dovranno essere dotati di tutti questi dispositivi di sicurezza, ma il conducente potrà sempre sceglierli di disattivarli. Una scelta legittima, ma che rischia di costare molto cara in termini di sicurezza.
A cura di Egidio Scala