Ormai non si riesce a fare niente senza di lui, gioia e tormento di ogni volta che c’è da entrare in contatto con la pubblica amministrazione, che sia per pagare le tasse, per ottenere sgravi fiscali, così come per mille altre necessità burocratiche da effettuarsi attraverso la rete o per via telematica.
È lo Spid, un acronimo che sta per Sistema pubblico di identità digitale, col quale hanno dovuto prendere confidenza anche coloro, come molti anziani, che troppo digitali non sono, almeno in origine.
Ma ormai la parola è diventata di uso comune, un vero e proprio neologismo che nell’arco di pochi anni ha persino modificato il suo significato primario.
Infatti, mentre la parola Spid è stata introdotta per indicare il “sistema“ che regola e gestisce le identità digitali, adesso invece è usata soprattutto per intendere l’‘identità digitale’ stessa.
Non a caso è un termine che si trova sia con l’articolo maschile (alludendo al sistema) sia quello femminile (riferendosi all’identità).
A spiegare quanto lo Spid - o la Spid - sia già diventato parte del nostro quotidiano, basti dire che dal 2022 il termine è entrato nei nostri dizionari, e che viene regolarmente citato in decreti, normative e comunicazioni ufficiali della pubblica amministrazione verso i cittadini.
A cura di Olga Mugnaini