Giovedì 27 Giugno 2024

Impegno politico e patriottico. La stagione delle rivoluzioni

Dal Grand Tour all’impresa dei Mille: alla scoperta del nazionalismo romantico

Impegno politico e patriottico. La stagione delle rivoluzioni

Impegno politico e patriottico. La stagione delle rivoluzioni

Arte, patriottismo, libertà dei popoli. Continua il nostro viaggio nella storia e nella cronaca di fatti in cui le nuove generazioni sono state protagoniste di eventi epocali che ne hanno cambiato il corso. C’è un’intima connessione nell’eroe romantico tra vocazione artistica e passione politica. E nessuno probabilmente lo incarna meglio del poeta inglese George Gordon Byron, meglio noto come Lord Byron, VI barone dell’omonima casata di origine normanna. Ricco ereditiero di proprietà terriere quanto di debiti, protagonista di una giovinezza burrascosa, poeta e sportivo, dandy incorreggibile, membro della camera dei Lord, Byron lascia l’Inghilterra e gli scandali a 21 anni per intraprendere il Grand Tour nell’Europa mediterranea. Da allora passa più tempo nel continente, e specialmente in Italia, che in patria. Molto amico di Percy e Mary Shelley, frequenta poeti e patrioti italiani e francesi. Spirito irrequieto e assetato di avventura, fervente nemico delle tirannie, si iscrive anche alla Carboneria italiana. E nel 1923, a 35 anni, parte per la Grecia per unirsi alla lotta d’indipendenza dall’impero ottomano, dove l’anno successivo trova la morte per malattia. La guerra di liberazione greca era infatti considerata dagli intellettuali europei una sorta di prototipo di tutte le lotte d’indipendenza dato il legame con la classicità e gli ideali di democrazia.

L’impegno politico e patriottico è un tratto distintivo del cosiddetto ’nazionalismo romantico’: l’idea di nazione che si fonda sull’identità culturale, la lingua, i miti, le tradizioni e perciò lo ’spirito’ di un popolo. Contro l’universalismo illuministico della Rivoluzione Francese, e il dispotismo con cui Napoleone ha tentato di imporlo all’Europa, ma insieme contro la Restaurazione delle dinastie imperiali assolutistiche, i romantici rivendicano "l’unicità delle identità nazionali". Non si tratta di sentimenti che si apprendono sui banchi di scuola, ma piuttosto nei teatri, dove vanno in scena le opere di Verdi e Wagner, e nelle osterie, dove si incontrano e conversano i patrioti.

Come accade a Giuseppe Garibaldi, che diventa mazziniano parlando con gli esuli italiani nei porti del Mar Nero. Wagner stesso partecipa ai moti del 1848 in Sassonia ed è poi costretto a espatriare. Dalla Carboneria alla Giovine Italia di Giuseppe Mazzini, dalla Repubblica Romana all’impresa dei Mille, il Risorgimento italiano deve moltissimo alla passione giovanile per il ’romanticismo nazionale’. Basti pensare che il corpo dei volontari garibaldini nella Terza guerra di indipendenza del 1866 era composto per il 52,5% da giovani tra i 17 e i 23 anni.

a cura di Cosimo Rossi