Finita la scuola, iniziano le tanto agognate vacanze estive. Unica nota dolente, i compiti, che i ragazzi dovranno svolgere prima della ripresa delle attività scolastiche. Il dibattito sulla loro reale utilità è sempre aperto: c’è chi sostiene che i compiti delle vacanze sono fondamentali per potenziare gli apprendimenti e mantenere vivi gli argomenti, e c’è chi sottolinea che gli studenti hanno il diritto di riposare e fare altre esperienze. "I ragazzi arrivano alla fine della scuola stressati e stanchi – spiega Federica Benassi - pronti per tre mesi di meritato riposo. Dopo mesi di impegno e fatica, staccare la spina è fondamentale per la loro crescita".
L’efficacia dei compiti è spesso messa in dubbio per l’intervento dei genitori.
"Con le migliori intenzioni i genitori si prodigano subito per organizzare il tutto, dimenticando spesso l’importanza di far crescere figli autonomi. Secondo un recente sondaggio, l’80% dei genitori si sente obbligato a gestire e programmare i compiti estivi dei propri figli".
Questo approccio è utile?
"Un principio che non si dovrebbe mai dimenticare è che i compiti, estivi o meno, sono dei figli e non devono essere svolti dagli adulti. I ragazzi devono sviluppare la capacità di pianificare e gestire il proprio lavoro e i genitori dovrebbero limitarsi a fornire supporto e incoraggiamento, lasciando che i figli imparino a organizzarsi in autonomia".
E a guadagnarci non sono solo i compiti…
"Rinforzare l’autonomia e la responsabilità dei ragazzi è un punto cardine nelle relazioni genitoriali perché veicola un messaggio molto importante: io mi fido di te. Questo non vuol dire lasciarli completamente soli, ma piuttosto guidarli senza sostituirsi a loro, valutando insieme le diverse possibilità e le strategie che possono essere utilizzate. In passato, i genitori non si preoccupavano dei compiti. Oggi, è fondamentale ritrovare quella fiducia nei confronti dei figli, permettendo loro di crescere e maturare attraverso l’esperienza diretta e l’assunzione delle proprie responsabilità".
Spesso i genitori si preoccupano che i compiti siano sbagliati e intervengono. È giusto?
"L’errore è importante, i ragazzi devono poter sbagliare. Se i genitori vogliono veramente aiutarli, dovrebbero fare un passo indietro. Forse è il momento di cambiare rotta e lasciare che i ragazzi affrontino le loro sfide scolastiche in prima persona".
a cura di Marina Santin