Lunedì 30 Settembre 2024

Guida autonoma, l’Inghilterra batte l’Italia

I VEICOLI AUTOMATIZZATI POTRANNO CIRCOLARE DAL 2026. NEL NOSTRO PAESE QUESTA POSSIBILITÀ PER ORA È ESCLUSA

Guida autonoma, l’Inghilterra batte l’Italia

I VEICOLI AUTOMATIZZATI POTRANNO CIRCOLARE DAL 2026. NEL NOSTRO PAESE QUESTA POSSIBILITÀ PER ORA È ESCLUSA

Vi ricordate Kitt di ‘Supercar’? Negli anni ‘80 poteva sembrare che auto del genere, parlanti, intelligenti e capaci di guidarsi da sole fossero roba da finzione cinematografica. Oggi che invece le auto a guida autonoma sono diventate realtà, all’orizzonte c’è un sempre più prossimo cambiamento del panorama urbano. Quelle completamente automatizzate però, essendo una tecnologia emergente, per avere pienamente successo dovranno conquistare innanzitutto la fiducia del grande pubblico. Ma per chi ancora crede che questa svolta nella rivoluzione automobilistica globale possa avvenire solo tra molti anni, dovrà ricredersi alla notizia che l’Inghilterra, con l’approvazione lo scorso maggio in via definitiva della legge Automated Vehicles Act (AV Act), consentirà già dal 2026 ai veicoli a guida autonoma di circolare sulle strade di tutto il Paese.

Una svolta che arriva dopo anni di sperimentazioni e uno sviluppo normativo volto a promuovere l’uso sicuro dei veicoli automatizzati nelle prove su strade pubbliche, proprio per accrescere la fiducia generale. I vantaggi che presentano queste auto hanno spinto il governo britannico ad approvare investimenti pubblici cospicui, si parla di oltre 600 milioni di sterline, in stretta connessione con quelli privati. Tra le condizioni che hanno spinto in questa direzione, pesa il miglioramento delle opportunità per le persone disabili, lo sviluppo economico connesso all’affermarsi del settore, e cosa non di poco conto, la tendenziale riduzione dell’incidentalità. Come indica infatti uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications da due ricercatori dell’Università della Florida Centrale, i veicoli a guida autonoma fanno generalmente meno incidenti rispetto ai veicoli tradizionali guidati da conducenti in carne e ossa, anche se risultano ancora più pericolosi in caso di svolta e in condizioni di scarsa luminosità, ad esempio all’alba o al tramonto. Il nuovo Codice britannico ha prescritto che i veicoli di prova debbano garantire la presenza a bordo di un conducente, che non solo controlli il corretto funzionamento delle auto, ma che possa subentrare rapidamente alla guida in qualsiasi momento in caso di necessità.

Se il Regno Unito si candida a modello nello sviluppo della guida autonoma, facendo da apripista e modello per gli altri Paesi Ue, come stanno le cose in Europa e nel resto del mondo? Negli Stati Uniti possono già circolare su strada i veicoli di livello 5, ad esempio le auto Waymo. L’Unione europea ha approvato, invece, nel 2022, una normativa che consente l’utilizzo della guida autonoma di livello 3 in alcune delimitate situazioni, ma non su tutte le strade pubbliche. La Germania è stato il primo Paese ad autorizzare la circolazione di questi veicoli, anche se con forte limitazioni. Anche la Spagna si sta muovendo per sviluppare una regolamentazione che favorisca lo sviluppo della guida autonoma.

In Italia invece la situazione è più complicata: nonostante con il Decreto Smart Road nel 2018 sia stata emanata la normativa che regola la sperimentazione su strada dei veicoli a guida autonoma, di fatto la possibilità di vedere questi veicoli circolare su strada risulta ancora esclusa. Bisognerebbe prima modificare l’art. 46 del Codice della Strada che attualmente contempla un’unica ed esclusiva modalità di guida, quella umana.

a cura di Maurizio Costanzo