C’era un tempo in cui nessuno osava mettere in discussione gli insegnanti. Oggi tutto è cambiato: i genitori che si scagliano contro i docenti con insulti, minacce, aggressioni o ricorsi al Tar, sono sempre più numerosi. Lo conferma anche un sondaggio del Global Teacher Status Index: l’Italia, subito dopo Israele e Brasile è lo stato dove si rispettano meno gli insegnanti, fanalino di coda di una classifica che comprende 35 nazioni, stilata coinvolgendo 35mila persone tra i 16 e i 65 anni. Inoltre, rivela anche che solo il 16% degli italiani ritiene che gli insegnanti a scuola siano rispettati. Il docente viene considerato al pari di un pubblico impiegato che ha l’obbligo di soddisfare un’utenza, genitori e studenti, sempre più esigente.
Gli insegnanti, sminuiti nel loro ruolo, e la famiglia assumono posizioni diverse venendo meno alla loro collaborazione nell’educazione e nell’istruzione dei ragazzi, sancita con il Patto di corresponsabilità, firmato da studenti e genitori all’atto di iscrizione alla scuola secondaria di primo grado, e dal DPR n.235 del 2 novembre 2007, che stabilisce la responsabilità di entrambi nel realizzare un rapporto collaborativo che influisca positivamente sullo sviluppo degli alunni. Sebbene poi, ogni scuola inviti a condividere il proprio Piano dell’Offerta Formativa, negli ultimi tempi, si sono moltiplicate le occasioni in cui si instaura una relazione disfunzionale. L’insegnante si trova così a cercare un dialogo con differenti tipologie di genitori. Quelli assenti, un atteggiamento frutto principalmente di situazioni socio-culturali ed economiche disagiate, che porta a indifferenza e sfiducia nei confronti della scuola sottovalutandone il ruolo formativo. Non c’è quindi un reale interlocutore cui riferirsi, e il docente si trova in una situazione di impotenza.
Altri, invece, difendono a spada tratta il proprio figlio: per ogni problema c’è una giustificazione. Qui ci si scontra con un muro di scuse che difficilmente potrà essere abbattuto. All’esatto opposto, i genitori severissimi con i figli, che credono fermamente nella scuola quale ascensore sociale e nell’autorità dei docenti, tendendo a delegare loro l’educazione del figlio. D’obbligo a essere cauti nel comunicare eventuali mancanze dei ragazzi per evitare reazioni eccessive nei loro confronti.
Se psicologi ed esperti sembrano imputare i conflitti tra genitori e insegnanti all’immaturità degli adulti e alla perdita di senso del concetto di autorità e di rispetto delle regole, il risultato è, comunque, il fallimento della scuola nel suo compito educativo e formativo. Diventa quindi necessario cercare un punto di incontro per creare tra scuola e famiglie un dialogo all’insegna della collaborazione, del rispetto e della fiducia.
a cura di Marina Santin