"Metà della nostra scuola è stata completamente distrutta e non andarci mi fa stare male. Mi preoccupo di come potrò recuperare", spiega Kyariyam, 12 anni, dopo le inondazioni nel nord-est della Nigeria. "Vorrei dire ai leader mondiali che il corto circuito alluvioni-siccità ci sta colpendo. Dovrebbero trovare soluzioni che ci facciano rimanere a scuola, perché se l’abbandoniamo, non avremo un futuro", gli fa eco Zinhle, 14 anni, dello Zimbabwe. Con loro, centinaia di milioni di studenti (circa 400 nel 2022) che a causa di eventi climatici estremi devono rinunciare allo studio. Lo evidenzia ’Choosing our future: education for climate action’, il recente rapporto sull’istruzione della Banca mondiale, sottolineando come i cambiamenti climatici influenzino l’istruzione, in particolare nei paesi a basso e medio reddito.
Lo conferma anche Save the Children nella sua nuova analisi, ribadendo che gli eventi metereologici estremi impattano gravemente sui diritti dei bambini. Uno su otto a livello globale, è stato colpito dai dieci maggiori disastri climatici di quest’anno. La tempesta tropicale Trami nelle Filippine, che ha causando la chiusura delle scuole per 19,5 milioni di bambini. Le inondazioni in Africa occidentale e centrale, che hanno costretto 10 milioni di studenti a lasciare la scuola. L’ondata di caldo in Asia meridionale, che ha allontanato dagli istituti 256 milioni di bambini. Sono solo alcuni esempi, cui si aggiungono le inondazioni, i cicloni e i monsoni in Bangladesh, Corno d’Africa, sud-est asiatico, Repubblica Democratica del Congo, Sud Sudan e Brasile. E, senza guardare troppo lontano, le recenti alluvioni in Emilia-Romagna, Liguria e Toscana, che hanno danneggiato gli edifici scolastici e le vie di comunicazione tra istituti e case degli studenti.
La crisi climatica influisce anche sull’apprendimento. Secondo il rapporto della Banca mondiale, globalmente ogni anno gli studenti perdono in media 11 giorni di scuola a causa di eventi climatici estremi, il 6 % dell’anno scolastico. Inoltre, una review di quattro ricercatori delle università di Oslo, Macquarie e Columbia pubblicata su Nature Climate Change, ha dimostrato la correlazione tra aumento delle temperature e calo dei risultati scolastici.
Vittima del cambiamento climatico, l’istruzione si rivela però una delle più potenti soluzioni. Ogni anno di istruzione accresce dell’8,6% la consapevolezza climatica, afferma il rapporto della Banca mondiale che riporta anche soluzioni concrete per tutelare il diritto allo studio. Basterebbe investire 18,51 dollari per bambino per proteggere l’apprendimento dai disastri climatici puntando su controllo delle temperature negli edifici, resilienza delle infrastrutture, insegnamento a distanza e formazione dei docenti.
A ribadire la necessità di un intervento anche Save the Children in vista della Cop29, che si tiene questa settimana in Azerbaigian. "La crisi climatica è una crisi dei diritti dei bambini – dichiara Inger Ashing, ceo di Save the Children International – un’azione urgente da parte dei leader mondiali non è negoziabile".
a cura di Marina Santin