Impugnare male la penna, scrivere in modo illeggibile con dimensioni delle lettere e distanza tra parole scorrette: la disgrafia è un Disturbo specifico dell’apprendimento (Dsa) che riguarda il tratto grafico e diversi deficit di tipo motorio. Secondo l’Osservatorio Carta, penna e digitale della Fondazione Luigi Einaudi, negli ultimi dieci anni si è registrato un incremento del 357% dei Dsa, con i casi di disgrafia in aumento del 163%.
Nel processo di scrittura ci sono diverse componenti che entrano in gioco, tra cui la coordinazione occhio-mano, la rapidità motoria, le abilità motorie (come il pattern grafo-motorio, cioè i movimenti svolti quando si scrive) e le capacità visuospaziali. Credere, quindi, che un bambino disgrafico abbia una semplice difficoltà nello scrivere in modo ordinato è riduttivo. Il bambino disgrafico deve affrontare anche altri ostacoli, che interessano il suo percorso scolastico (e non solo), come la difficoltà nei dettati e nei compiti scritti, la lentezza nello scrivere, e così via. In più, possono presentarsi delle difficoltà nell’organizzazione del materiale scolastico e nello svolgere i compiti a casa in modo autonomo.
a cura di Fruzsina Szikszai