Martedì 21 Gennaio 2025

Cultura

Studiare l’etimologia delle parole è un’abitudine sana, che ci allena a cogliere le tante sfaccettature e i sostrati linguisitici che...

Studiare l’etimologia delle parole è un’abitudine sana, che ci allena a cogliere le tante sfaccettature e i sostrati linguisitici che...

Studiare l’etimologia delle parole è un’abitudine sana, che ci allena a cogliere le tante sfaccettature e i sostrati linguisitici che...

Studiare l’etimologia delle parole è un’abitudine sana, che ci allena a cogliere le tante sfaccettature e i sostrati linguisitici che si nascondo tra le lettere di un lemma, solleticando la nostra curiosità. E così accade anche con la parola “cultura“, che ha la stessa radice della meravigliosa e autentica arte del prendersi cura di qualcuno o qualcosa. Trova la sua origine in un verbo latino, “colere“. Una radice più comune di quanto si possa pensare: significa innanzitutto coltivare, anche nel senso figurato di avere cura, trattare con attenzione o con riguardo. Onorare.

Da qui prendono vita parole molto diffuse nel nostro lessico, come agricoltura, culto, inquilino, e cultura appunto. Ma qualcos altro si nasconde tra quelle sette lettere: è Kwel, un’antica radice diffusa tra le genti indoeuropee che significa “ruotare”, “girare”, “camminare in cerchio“. E in effetti il senso originario di coltivare era proprio quello di “girare la terra“. Nell’Arte di essere fragili Alessandro D’Avenia rimarca questa lettura semantica: "Conosco persone che consumano tantissimi oggetti culturali, però questo non le rende più umane, anzi, spesso finiscono con il sentirsi superiori agli altri. Cultura vuol dire stare nel campo, farlo fiorire, a costo di sudare. Significa conoscere la consistenza dei semi, i solchi della terra, e occuparsene perché tutto dia frutto a tempo opportuno".

a cura di Sofia Spagnoli