La creatività? Una dote innata riservata a pochi. Falso. Tutti sono in grado di praticare il pensiero creativo, ma il suo sviluppo dipende dal contesto in cui si cresce e dagli stimoli che si ricevono durante il percorso formativo. Fondamentale quindi allenarlo, soprattutto nei giovani. Il creative thinking infatti – la capacità di ideare differenti soluzioni allo stesso problema, ragionando in modo flessibile e fluido e trovando risposte insolite e originali – ha un’influenza positiva sull’interesse e sul rendimento scolastico, nonché sull’identità e sullo sviluppo socio-emotivo supportando l’interpretazione di esperienze ed eventi in modi nuovi e significativi dal punto di vista personale. Inoltre, può aiutare ad adattarsi a un mondo in costante evoluzione ed è una delle qualità maggiormente apprezzate sul lavoro.
Quanto sono creativi e ragazzi italiani? La risposta arriva da Pisa (Programme for international student assessment) un’indagine internazionale dell’Ocse che ha coinvolto gli studenti di oltre 80 paesi. L’obiettivo, per quanto riguarda il pensiero creativo, è valutare la loro capacità di impegnarsi in modo produttivo nella generazione, nella valutazione e nel miglioramento di idee che possono portare a soluzioni originali ed efficaci, a progressi nella conoscenza ed espressioni di immaginazione di grande impatto. Gli studenti italiani, purtroppo, non eccellono, raggiungendo un punteggio di 31 punti su 60, inferiore alla media Ocse di 33 punti. A livello internazionale, i migliori sono Singapore, Corea, Canada e Australia, con una media di 37 punti, mentre in Europa, primeggiano Estonia e Finlandia (36 punti) e Danimarca (35 punti). Un aspetto positivo è, invece, che il 76% degli studenti italiani ha raggiunto almeno un livello base di competenza nel pensiero creativo, rimanendo in linea con la media Ocse.
"ll pensiero creativo può essere sviluppato e insegnato, non deve essere visto come un talento innato e riservato a pochi eletti, ma una competenza che può essere coltivata e sviluppata in tutti gli studenti. Gli insegnanti giocano un ruolo chiave in questo processo", ha spiegato la responsabile dell’Area Indagini internazionali Invalsi, Laura Palmerio, nel corso della presentazione dei risultati.
Analizzando i dati, si scopre anche che la capacità di pensare al di fuori degli schemi dei ragazzi è influenzata da differenze territoriali, scolastiche e di genere. Gli studenti del Nord Italia ottengono un punteggio medio di 34 punti, che al Sud scende a 28 punti. Anche i liceali totalizzano 34 punti, mentre gli Istituti Professionali e i Centri di Formazione Professionale si fermano a 24 punti. E le ragazze sono più creative dei ragazzi, con uno scarto di circa 2 punti. Quanto allo status socio-economico, gli studenti più avvantaggiati ottengono risultati superiori di 8,6 punti rispetto ai compagni svantaggiati.
Considerando questi dati, diventa fondamentale promuovere nei ragazzi il creative thinking, perché una generazione che pensa in modo creativo apporta un contributo importante alla società in termini di innovazione e di creazione di conoscenza.
a cura di Marina Santin