Una parola di grande importanza, capace di influenzare profondamente la qualità delle giornate e la percezione della vita.
Si parla di autostima, riprendendo la definizione offerta dal vocabolario Treccani, riferendosi alla "considerazione che un individuo ha di sé stesso". L’autovalutazione che è alla base dell’autostima può manifestarsi come sopravvalutazione o come sottovalutazione a seconda della considerazione che ciascuno può avere di sé, rispetto agli altri o alla situazione in cui si trova.
A determinare in ognuno di noi un diverso livello di autostima è l’equazione tra due elementi: il sé reale, ovvero la visione oggettiva delle proprie abilità, e il sé ideale, quello che vorremmo essere. Ne consegue che maggiore è la discrepanza tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere, minore sarà la stima di noi stessi. Questi processi sono fortemente legati all’ambiente nel quale si cresce, e sono alimentati dalle aspettative che la famiglia, gli amici e la società ripongono sull’individuo. Questo può generare ansia da prestazione, frustrazione e, in alcuni casi, disimpegno. L’autostima può crescere nel tempo, ma richiede impegno costante e, talvolta, supporto terapeutico. È necessario un lavoro continuo per trasformare le abitudini cognitive negative in abitudini più positive e costruttive.