L’Italia non ha ancora “attaccato la spina“ per quanto riguarda il trasporto elettrico, anche se dei passi avanti sono stati fatti come svela il rapporto Motus-E aggiornato al 31 dicembre 2023. I punti di ricarica a uso pubblico superano di poco le 50mila unità (50.678 per la precisione), raddoppiati rispetto al 2021. Addirittura con 23 “colonnine“ ogni 100 auto elettriche circolanti siamo davanti alla Francia (14 punti ogni 100 auto elettriche circolanti), Germania e Regno Unito (10 punti ogni 100 auto). Siamo in vantaggio anche rispetto ai punti di ricarica veloci in corrente continua: 3,4 punti ogni 100 auto elettriche circolanti quelli presenti in Italia, 2,1 in Francia, 2 in Germania e 1,5 nel Regno Unito. In valori assoluti però l’Italia scivola indietro perché oltre il 90% del parco auto circolante è alimentato a benzina e diesel. Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) promuove lo sviluppo
della mobilità elettrica con 740 milioni di euro di fondi per l’installazione di 21.400 infrastrutture di ricarica veloce e ultraveloce entro la fine del 2025.
In particolare verranno installate 7.500 infrastrutture di ricarica rapida in ambito extraurbano (autostrade escluse) e 13.755 all’interno dei centri urbani, oltre a 100 stazioni di ricarica sperimentali con tecnologie per lo stoccaggio dell’energia.
Particolare attenzione verrà riservata alla mobilità nelle grandi città, dove vivono circa 10 milioni di persone su una popolazione complessiva di 59 milioni.
Secondo i dati ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), il settore trasporti in Italia contribuisce per il 24,7% al totale delle emissioni di gas serra, e di questi il 92,9% è determinato dal trasporto su strada. Delle emissioni del trasporto su strada il 64,7% è dovuto alle autovetture. Questo dati fanno capire la necessità di passare al più presto a una mobilità sostenibile. I Piani Urbani della Mobilità Sostenibile prevedono di ridurre il trasporto privato in città mediante il potenziamento del trasporto pubblico e la realizzazione di infrastrutture e servizi per la mobilità dolce. I parcheggi di interscambio alle porte delle città e gli hub intermodali di trasporto svolgono un ruolo cruciale.
Elettrificare questi hub risulta quindi necessario per ridurre il trasporto privato in città ed elettrificarne il residuo. Favorire la mobilità urbana condivisa con mezzi elettrici, considerato che le auto stanno parcheggiate oltre il 90% del tempo e che in media percorrono circa di 10mila chilometri all’anno. Realizzazione zone carbon-free. Con l’obiettivo di migliorare la vivibilità delle città e promuovere la mobilità attiva. In futuro saranno sempre di più le città che si doteranno di zone a zero emissioni. In queste aree, i veicoli endotermici saranno completamente vietati in favore di una mobilità a zero emissioni, e una rete di ricarica capillare e basso impatto sarà più che mai necessaria. Fra le città italiane la più virtuosa è Milano, con 8,2 auto a emissioni zero ogni mille in circolazione, e insieme a Bologna sta operando per raggiungere nel 2030 l’obiettivo di una flotta interamente elettrica e già oggi la densità di colonnine per chilometro quadrato ha superato quella di Oslo. Un primato che la città meneghina condivide con Torino e Napoli.
A cura di Maurizio Costanzo