"Siamo lungo un percorso che continuerà nel futuro con lo spirito dei padri fondatori". Partendo dalle proprie radici, l’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (Ania), celebra l’ottantesimo anniversario da quell’atto costitutivo datato 31 agosto 1944. Il messaggio lanciato ieri dalla presidente Maria Bianca Farina, in occasione dell’evento ‘Il futuro è nella nostra storia’ organizzato al Salone delle Colonne di Roma, nel mese dell’Educazione finanziaria, è chiaro: "Le assicurazioni sono un asset imprescindibile e centrale per l’economia e la società. Sono i principali investitori istituzionali con mille miliardi di investimenti e hanno un ruolo fondamentale per la protezione dei cittadini e delle imprese".
Il ruolo delle assicurazioni come ‘ponte’ tra i risparmi degli italiani e lo sviluppo dell’economia del paese, la necessità di avviare una sempre più solida e strutturata collaborazione pubblico-privato per affrontare le sfide del presente e del futuro, l’obbligatorietà dell’assicurazione per gli eventi catastrofali, l’importanza di promuovere l’educazione finanziaria e assicurativa per creare una maggiore consapevolezza nei cittadini. Questi i temi al centro del confronto tra la presidente dell’Ania e del viceministro delle Imprese e del Made in Italy Valentino Valentini.
"Il settore assicurativo – ha sottolineato Farina – detiene il 14% della ricchezza delle famiglie". Ricchezza che, affidata alle assicurazioni, diviene "risparmio paziente" con contratti anche a vita. "Risparmi che le compagnie di assicurazione investono nell’economia reale. All’interno di questo stock vi è un importo considerevole di titoli pubblici dello Stato che, nel momento della crisi, – ha ricordato la presidente dell’Ania – le assicurazioni non hanno venduto".
Il futuro del welfare del Paese, per Farina, non può prescindere da una maggiore sinergia tra istituzioni pubbliche e risorse private. Vanno in questa direzione diverse iniziative recentemente intraprese dall’Associazione: un fondo per le infrastrutture italiane che ha raccolto oltre 500 milioni di euro, di cui circa 300 già investiti, e un altro fondo a favore delle Pmi italiane, attivato pochi giorni fa, con target 800 milioni. "Chiari segnali – ha commentato la presidente dell’Ania – di quanto crediamo in questa funzione. Dobbiamo imparare a unire gli sforzi perché insieme si cresce di più".
La necessità di una partnership pubblico-privato diventa "veramente decisiva" – ha sottolineato Farina – per affrontare l’inverno demografico e, di conseguenza, l’esigenza di incrementare l’assistenza sanitaria e previdenziale. "Siamo pronti a pensare ad un sistema di welfare innovativo: lo abbiamo sempre fatto è il nostro mestiere. Non c’è dubbio – ha detto la presidente dell’Ania – che l’invecchiamento è trend globale, ma ha grande peso per l’Italia. Sta cambiando i connotati della nostra società, gli anziani sono sempre di più e presentano bisogni sempre diversi e nuovi. C’è un problema importante di richiesta di protezione, di cura della salute, di assistenza. Le persone non sempre risparmiano abbastanza per far fronte a tempi lunghi. Andrebbe rafforzata anche la previdenza complementare: oggi forse un quarto degli aventi diritto si avvicinano a queste formule".
"La dinamica demografica – ha detto Valentini – non rende possibile un welfare come l’abbiamo concepito noi ‘boomer’. A tutti è evidente la necessità di integrare ciò che deriva dallo Stato con forme di assistenza privata. È necessario costruire una cornice di sostegno al percorso di vita che possa aiutare anche chi ha forme di lavoro diverse, precarie". Sul tavolo di confronto anche l’obbligatorietà di assicurazione per le imprese contro le calamità naturali. "È un primo passo che va nella direzione giusta – ha spiegato Farina –. Aspettiamo venga emesso il decreto attuativo. Ma le imprese devono convincersi che è un atto fatto nel loro interesse. Il secondo passo sarà assicurare gli immobili residenziali delle famiglie. Il 78% delle abitazioni italiane sono a rischio medio o medio alto di terremoto ma solo il 6% delle case è assicurato".
"È un provvedimento che ci allinea con i principali Paesi europei dove c’è una consapevolezza maggiore dei vantaggi. La sua lunga gestazione – ha detto Valentini – deve servire per fare in modo che questo primo passo non venga percepito come tassa occulta ma come ripartizione di un rischio. I premi terranno conto anche delle azioni che le imprese possono fare per mitigare il rischio. Dobbiamo vedere se sarà più forte la sanzione per chi non si assicura o lo sgravio per invogliare a aderire".