Pienamente consapevoli della propria impronta ecologica, le aziende agricole italiane hanno imboccato con decisione la strada dell’innovazione e della sostenibilità. Pare un processo irreversibile quello rappresentato dal secondo rapporto 'Agricoltura tra innovazione e sostenibilità', realizzato dall’Invernizzi Agri Lab di Sda Bocconi School of Management in partnership con Crédit Agricole Italia, presentato ieri al Crédit Agricole Green Life di Parma.
Sono soprattutto i giovani a spingere in questa direzione. Anche se la loro presenza in agricoltura resta modesta e, anzi, in calo (6,5% di aziende condotte da under 35), dall’analisi della struttura patrimoniale e finanziaria emerge che le aziende più giovani (e quelle con un management più giovane) denotano in genere dimensioni più contenute, ma presentano una maggiore propensione agli investimenti. Dal quadro emerge che il giovane in agricoltura è professionalmente ben formato, presente, capace. Ha un forte orientamento all’innovazione.
La conduzione agronomica è orientata alla sostenibilità, c’è una forte componente di Biologico e soprattutto gli investimenti riguardano la dotazione strumentale per migliorare l’approccio alla sostenibilità e all’innovazione produttiva. Lo studio promosso con l’Università Bocconi colma un vuoto storicamente determinato dalla scarsità di fonti informative sulle aziende agricole italiane. Si tratta di un progetto avviato tre anni fa con l’obiettivo di assistere il comparto attraverso un’analisi puntuale che potesse aiutare gli imprenditori nel loro continuo processo di rafforzamento.
La fotografia è quella di un mondo proiettato verso un orizzonte di sostenibilità a 360 gradi, con la finanza che può agire da innesco per attivare pratiche virtuose nelle attività agricole tradizionali, favorendo gli investimenti sulle energie rinnovabili e la diversificazione delle fonti di reddito. Dall’analisi emerge, ad esempio, che gli allevamenti di bovini da latte che integrano la produzione di bioenergie all’attività tradizionale hanno in media valori di redditività ed efficienza superiori rispetto a quelli che non lo fanno.
Se nel primo volume della ricerca sono state prese in considerazione le dimensioni finanziarie e organizzative delle aziende agricole, con la tutela della biodiversità che è risultata imprescindibile non solo per ragioni di ordine ambientale ma per una ottimizzazione delle rese e della qualità del prodotto, nel secondo volume l’analisi progredisce focalizzandosi su Biologico, sostenibilità, 'Dop Economy', innovazione e coinvolgimento dei giovani nella governance.
Sono questi i nuovi driver nelle dinamiche del settore agricolo, che oggi più che mai necessita di essere accompagnato e assistito dal mondo del credito nella traversata verso la transizione energetica e verso una crescita sostenibile. Con la visione di 'banca verde' che ne fa un punto di riferimento dell’agri-agro, Crédit Agricole Italia, è prontamente intervenuta a sostegno degli operatori mettendo a disposizione un nuovo plafond di tre miliardi di euro per finanziamenti finalizzati a sostenere i progetti in tale ambito.
L’istituto guidato da Giampiero Maioli, infatti, è da anni in prima linea per accompagnare le aziende impegnate nella transizione attraverso una rete di specialisti costituita da oltre 250 professionisti sul territorio, 22 Poli Affari Verdi e una filiera creditizia dedicata. La concretezza dell’approccio è testimoniata dall’andamento delle erogazioni al settore: circa un miliardo di euro nell’ultimo anno.