Sulle strade del Regno Unito viaggia oramai da alcuni anni un autobus molto particolare: si tratta di un ‘Bio-Bus’ da 40 posti che è stato subito ribattezzato dal Daily Telegraph e da altri giornali britannici "cacca-bus". In questo caso il sottile humor inglese non c’entra, dal momento che questo autobus del trasporto pubblico locale che viaggia nella città di Bristol, realizzato dalla società GENeco, è di fatto alimentato da un carburante ricavato da scarti alimentari, e addirittura dalle feci umane. In pratica, per produrre una tanica di gas, necessaria per percorrere circa 250 km, bastano gli escrementi di cinque persone per un anno. Il gas, prodotto appunto da tutto ciò che finisce nelle fogne e dalla gassificazione del materiale biologico della spazzatura, il cosiddetto umido, viene prodotto dall’azienda GENeco nell’impianto fognario della Wessex Water.
L’utilizzo dei cosiddetti biocarburanti, che possono essere di varia natura, uno dei quali è appunto il biogas, rappresenta un segmento interessante per incentivare la mobilità green nelle grandi città, e non solo. Trasformando rifiuti organici in energia, gli autobus a biogas costituiscono una significativa innovazione nel campo della mobilità sostenibile. La biomassa utilizzata nella produzione di biocombustibili assorbe CO2 durante la sua crescita, bilanciando parzialmente le emissioni generate dalla combustione.
Ma come trasformare i composti organici in energia sostenibile? Attraverso speciali vasche di fermentazione e grazie alla collaborazione di batteri anaerobici. Gli scarti alimentari, agricoli o fognari, una volta raccolti vengono poi sottoposti alla “digestione anaerobica“ in appositi impianti, i biodigestori. In pratica i microrganismi decompongono la materia organica in assenza di ossigeno, e una volta ottenuto questo carburante a elevato contenuto energetico e basso impatto ambientale, il biogas viene immagazzinato e utilizzato per alimentare motori appositi che emettono nell’atmosfera una quantità di CO2 drasticamente inferiore rispetto ai carburanti tradizionali. Oltre a ridurre l’inquinamento, i Bio-Bus contribuiscono a un ciclo virtuoso di economia circolare, rendendo risorsa energetica i rifiuti che altrimenti finirebbero nelle discariche. I numeri lo confermano: il Bio-Bus di Bristol, grazie al trattamento di circa 75 milioni di metri cubi di liquami e 35.000 tonnellate di rifiuti alimentari all’anno, è in grado di eliminare fino al 97% le emissioni di gas serra.
Il sistema è di ausilio parallelamente allo smaltimento dei rifiuti in discarica, il cui volume si riduce. La GENeco è stata la prima azienda nel Regno Unito a immettere gas di provenienza organica nella rete di distribuzione nazionale. I vantaggi sono diversi, soprattutto per l’ambiente: il biogas non emette sostanze inquinanti pericolose e questo speciale autobus non rilascia nessun fumo tossico. Con un pieno, il Bio-Bus può percorrere fino a 300 chilometri. Secondo i calcoli dei ricercatori, ogni anno ciascuno di noi produce scarti organici e avanzi di cibo sufficienti per far percorrere a un autobus circa 30 km: questo significa che una famiglia di 5 persone può contribuire, in media, a un pieno del mezzo. Ma non c’è solo l’esempio di Bristol: in tutta la Gran Bretagna sono già presenti altri autobus che funzionano con biogas ricavato da rifiuti zootecnici, ossia con feci di mucca. Una soluzione che oltre a ridurre le emissioni e a migliorare la qualità dell’aria, favorisce anche lo sviluppo sostenibile e dunque l’occupazione locale.
a cura di Maurizio Costanzo