Il 79% degli atti di bullismo e cyberbullismo riguarda l’aspetto fisico. A seguire l’orientamento sessuale (15%), la condizione economica (11%), l’origine etnica e geografica (10.5%), l’identità di genere (9%), la disabilità (5%) e la religione (4%). È quanto emerge dall’ultima indagine dell’Osservatorio indifesa realizzato da Terre des Hommes, insieme a OneDay e alla community di ScuolaZoo, che ha coinvolto oltre 4.000 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 26 anni.
Le tipologie di violenza subite sono diverse tra i generi, a eccezione delle violenze psicologiche e verbali che colpiscono in egual misura maschi e femmine (71% in generale e per le femmine; 69% per i maschi). Si configura come un fenomeno più maschile, invece, il bullismo (68% contro 60%); al contrario, il cyberbullismo sembra colpire di più le ragazze (21% contro 16%). Tutte le tipologie segnano percentuali più alte tra chi si definisce non binario: violenze psicologiche o verbali e bullismo (80%), cat calling (66%), molestie sessuali (36%), cyberbullismo (27%).
La percezione del web della Gen Z, sottolinea ancora il report, è quella di un luogo pericoloso, su cui andrebbe esercitato un maggiore controllo. Per prevenire la violenza che passa dalla rete, per 6 ragazzi su 10, sarebbe utile una maggiore regolamentazione della stessa.
a cura di Fruzsina Szikszai