Caserta, 21 marzo 2023 - Calorosa accoglienza per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella oggi a Casal di Principe, già raccoforte dei Casalesi, per l`anniversario dell`uccisione di Don Peppe Diana, 29 anni fa, e in occasione della Giornata nazionale in ricordo delle vittime innocenti delle Mafie. All`ingresso della città sono stati affissi dei manifesti per salutare il Presidente. Al suo arrivo il Capo dello Stato si è recato al cimitero di Casal di Principe presso la cappella dove è sepolto don Peppe dove ha incontrato i familiari, i fratelli Emilio e Marisa.
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Quindi Mattarella si è recato all'istituto tecnico "Guido Carli" per incontrare gli studenti della scuola e gli alunni degli istituti comprensivi "Don Diana" e "Spirito Santo" di Casal di Principe, il sindaco Renato Natale e l'amministrazione comunale, il governatore della Campania Vincenzo De Luca, il presidente della Provincia di Caserta Giorgio Magliocca, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, il prefetto Giuseppe Castaldo. All'evento sono presenti anche i familiari di cinque vittime innocenti della camorra: i parenti di Domenico Noviello, Federico Del Prete, Salvatore Nuvoletta, Antonio Petito e Antonio Di Bona.
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Al suo arrivo nell'istituto il Presidente della Repubblica è stato accolto dalle note dell'inno di Mameli cantato da ragazzi e ragazze che lo stavano aspettando. Poco prima di mezzogiorno Mattarella sarà alla parrocchia di San Nicola di Bari dove don Diana fu ucciso poco prima di celebrare messa. Ultimo appuntamento, attorno alle 13, il pranzo al ristorante Nco, Nuova Cucina Organizzata, dove lavorano ragazzi disabili, in una villa sottratta ai Casalesi. Don Peppe Diana venne ucciso a 36 anni il 19 marzo 1994 da un camorrista, che gli sparò 4 colpi di pistola in piena faccia in Chiesa, dove il sacerdote si apprestava a dire messa. Don Peppe, infatti, con la sua azione e le sue parole contrastava le mafie e spingeva all'educazione dei giovani per contrastare l'illegalità.
Mattarella: "La Repubblica vi è vicina"
"Siete figli della rinascita - ha detto Sergio Mattarella agli studenti di Casal di Principe -. I vostri parenti e genitori hanno riscattato l'identità di questa terra. Ora avete un orizzonte ampio". Il Presidente ha poi voluto esprimere un "saluto ai parenti delle vittime di Camorra qui nel Casertano". Mattarella ha ringraziato anche le forze dell'ordine. quindi tutte le vittime di mafia "cittadine e cittadini coraggiosi, con senso del dovere, oppure vittime di errori"., come il giovane, ha ricordato il Presidente dello Stato, ucciso ieri a Napoli, nell'ambito di un litigio per un motivo futile, a cui comunque era estraneo.
"I mafiosi non hanno alcun senso dell'onere nè coraggio. Non si fermano davanti a donne e bambini, si nascondono nell'oscurità" - ha rimarcato Mattarella . Don Peppino era esempio di coraggio, "un erore dei nostri tempi, che ha pagato il prezzo più alto, con la vita, per aver risvegliato le coscienze alla ribellione. Aveva denunciato che la Camorra ruba il futuro ai giovani". "Dopo l'uccisione di un innocente - ha ricordato Mattarella - don Peppe disse: ci pare di vivere in un regime in cui comandano le armi. Aveva capito che la mafia si sconfigge con modelli fondati sulla legalità, sull'efficienza dell'amministrazione pubblica". La mafia, ha sottolineato il capo dello Stato "riguarda tutti noi. Altrimenti se ne diventa complici. Il giudice Falcone diceva: la mafia è un fattore umano e come tale avrà inizio e una fine. Casal di Principe, dopo lo sdegno per l'omicidio, ha detto basta alla sopraffazione e alla violenza e ha promosso la legalità, rifiutando i metodi mafiosi". "La Repubblica vi è vicina, ragazzi" - ha sottolineato il Presidente. "Le istituzioni sono chiamate ad abbattere le barriere che impediscono ai ragazzi uno sviluppo dove hanno le radici. Dovete essere orgogliosi di essere compaesani di don Peppino. Siete la generazione della speranza. Sono venuto a portarvi l'incoraggiamento della Repubblica. L'italia guarda a voi con fiducia, auguri".
Il testimone dell'omicidio
"Era la festa di San Giuseppe, gli feci gli auguri - ricorda Augusto Di Meo, testimone oculare dell'omicidio di don Diana, che si trovava accanto a don Peppe al momento dell'omicidio -. Ci mettemmo d'accordo di vederci la sera. Uno uomo entrò in sacrestia e chiese chi è don Peppe, lui rispose 'sono io' e l'uomo estrasse la pistola e gli sparò 4 colpi in faccia. La chiesa era quasi piena, ma sparirono tutti, scapparono. Feci quello che credo si doveva fare. Andai dai carabinieri e denunciai quanto era successo". "Ho consegnato - ha aggiunto Di Meo - una lettera al presidente Mattarella per dirgli che dopo 29 anni non sono stato ancora riconosciuto dallo Stato come testimone di giustizia, e lo dico non solo per me, ma anche per questo territorio, perché se non ci fosse stata la mia denuncia oggi non staremmo qua". La sorella di Don Peppe Diana, Marisa, si è detta commossa per la presenza di Mattarella e perché la figura di don Peppe è ancora molto viva.
Don Ciotti da Milano: "Siate ribelli anche voi"
"Sono molto contento che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sia andato a Casal di Principe. Io ero lì domenica, nel giorno dell'uccisione, per ricordare il nostro don Peppe Diana". Così don Luigi Ciotti dal palco dell'associazione Libera, per la manifestazione contro le vittime innocenti di mafia a Milano: "Don Peppe era ribelle ai silenzi opportunistici, siate ribelli anche voi. Non si può tacere".
"Una bella giornata di memoria per un uomo coraggioso e libero che ha combattuto e dato la sua vita nella battaglia contro la camorra, e anche un obbligo morale per noi per continuare questa battaglia e onorare don Peppe Diana" . è stato invece il commento del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.
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