Giovedì 31 Ottobre 2024

Violenza sulle donne: ammanettata, poi botte, stupro e le scuse

La donna giudicata guaribile in 30 giorni. Il 49enne vicino al clan D’Alessandro, portato ieri in carcere, avrebbe esploso un colpo di pistola per indurre la vittima, una sua parente, a sdraiarsi sul letto: quindi calci e pugni e atti sessuali

Una della tante panchine rosse per sensibilizzare contro la violenza sulle donne

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Castellamare di Stabia, 19 giugno 2023 – Minaccia una parente con una pistola, la ammanetta al letto e la picchia con violenza a suon di calci e pugni, poi la stupra e infine, prima di riaccompagnarla a casa, le chiede scusa.

É la versione raccontata dalla vittima di questa terribile vicenda che avrebbe avuto luogo a Castellamare di Stabia, nel Napoltano, lo scorso 4 aprile: la donna, refertata in ospedale, ha avuto una prognosi di 30 giorni per guarire dalle ferite subite.

Ma nel frattempo inquirenti hanno potuto accertare i fatti fino alla svolta di ieri, quando i carabinieri della locale stazione hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Torre Annunziata su richiesta della Procura oplontina.

In manette è finito un uomo di 49 anni, già noto alle forze dell'ordine e ritenuto contiguo al clan D'Alessandro, sodalizio criminale operante nell'area stabiese: è accusato di violenza sessuale, porto illegale di arma da fuoco e lesioni personali aggravate. Secondo le indagini svolte dai militari dell'Arma, il pregiudicato avrebbe condotto la donna - alla quale è legato da vincoli di parentela non meglio precisati dagli inquirenti - nell'abitazione a lui in uso, l'avrebbe minacciata con una pistola, fino ad esplodere un colpo in aria, e l'avrebbe obbligata a sdraiarsi su un materasso. Dopo averla ammanettata, l'avrebbe colpita con calci e pugni, costringendola a subire atti sessuali, fino a provocarle lesioni giudicate guaribili in trenta giorni dai medici ai quali successivamente la vittima si è rivolta. Al termine delle violenze, il quarantanovenne avrebbe riaccompagnato a casa la donna e, unico momento in cui avrebbe mostrato un minimo pentimento, si sarebbe scusato per l'accaduto. L'arrestato, dopo le formalità di rito, è stato portato nel carcere napoletano di Poggioreale.

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