Castellamare di Stabia, 19 giugno 2023 – Minaccia una parente con una pistola, la ammanetta al letto e la picchia con violenza a suon di calci e pugni, poi la stupra e infine, prima di riaccompagnarla a casa, le chiede scusa.
É la versione raccontata dalla vittima di questa terribile vicenda che avrebbe avuto luogo a Castellamare di Stabia, nel Napoltano, lo scorso 4 aprile: la donna, refertata in ospedale, ha avuto una prognosi di 30 giorni per guarire dalle ferite subite.
Ma nel frattempo inquirenti hanno potuto accertare i fatti fino alla svolta di ieri, quando i carabinieri della locale stazione hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Torre Annunziata su richiesta della Procura oplontina.
In manette è finito un uomo di 49 anni, già noto alle forze dell'ordine e ritenuto contiguo al clan D'Alessandro, sodalizio criminale operante nell'area stabiese: è accusato di violenza sessuale, porto illegale di arma da fuoco e lesioni personali aggravate. Secondo le indagini svolte dai militari dell'Arma, il pregiudicato avrebbe condotto la donna - alla quale è legato da vincoli di parentela non meglio precisati dagli inquirenti - nell'abitazione a lui in uso, l'avrebbe minacciata con una pistola, fino ad esplodere un colpo in aria, e l'avrebbe obbligata a sdraiarsi su un materasso. Dopo averla ammanettata, l'avrebbe colpita con calci e pugni, costringendola a subire atti sessuali, fino a provocarle lesioni giudicate guaribili in trenta giorni dai medici ai quali successivamente la vittima si è rivolta. Al termine delle violenze, il quarantanovenne avrebbe riaccompagnato a casa la donna e, unico momento in cui avrebbe mostrato un minimo pentimento, si sarebbe scusato per l'accaduto. L'arrestato, dopo le formalità di rito, è stato portato nel carcere napoletano di Poggioreale.