Napoli, 6 novembre 2023 – Occupata l’Università Orientale, studenti barricati a palazzo Giusso in segno di solidarietà per la Palestina. Il conflitto tra Israele e Hamas sta diventando sempre più violento, sotto i bombardamenti migliaia di feriti. La situazione è pesante sulla Striscia di Gaza, dove gli ospedali sono ormai al collasso: perfino l’Onu ha chiesto il ‘cessate il fuoco’ per motivi umanitari.
“In queste ore la striscia di Gaza è ininterrottamente sotto assedio del governo Israeliano. Quello a cui stiamo assistendo è un vero e proprio genocidio: è stato impedito l'accesso a Gaza di cibo, acqua, cure e carburante, i bombardamenti sono all'ordine del giorno e mirano indiscriminatamente case, scuole e ospedali", spiegano gli studenti. Gli universitari vogliono denunciare "la complicità e il silenzio delle nostre istituzioni e del governo".
“Massacro senza precedenti”
"Sono 75 anni che il governo Israeliano occupa illegalmente i territori della Palestina con ogni mezzo possibile – dicono gli studenti dell’Orientale di Napoli – non risparmiandosi nemmeno l'utilizzo di armi vietate da tutte le convenzioni internazionali come le bombe a fosforo bianco". Ad oggi si contano circa "10mila uomini, donne e bambini palestinesi uccisi: un massacro senza precedenti. Il governo israeliano, con il bombardamento dell'ospedale Al-Maamadani e del campo profughi Al-Maghazi, ha dimostrato ancora una volta il suo vero intento, ossia quello di una vera e propria pulizia etnica".
L’occupazione dell’Università Orientale punta a “riaprire il dibattito e far prendere posizione questa istituzione", dicono dal collettino studentesco. “Sappiamo che il nostro ateneo, come altri nel resto del Paese – ricordano – intrattengono rapporti di partenariato e scambio di ricerche con le università israeliane e l'apparato militare-industriale italiano. Non vogliamo studiare in un'università che si rende complice di ciò che sta facendo un governo coloniale e criminale come quello israeliano".
Stop a collaborazioni con Israele
Gli studenti chiedono che cessino gli accordi tra l'Orientale e le università israeliane, ritenute complici di gravi violazioni dei diritti umani, compreso lo “sviluppo di armamenti per colpire indiscriminatamente tutto il popolo palestinese”. Stop anche a collaborazioni con Leonardo e la sua fondazione Med-Or, “complici dell'armamento dell'esercito israeliano e del potenziamento tecnologico dell'industria bellica israeliana”.