Napoli, 17 aprile 2023 - Il figlio, del tutto estraneo ad ambienti criminali, fu ucciso e sciolto nell'acido "per errore". Alla vigilia dell'udienza preliminare i due presunti assassini, entrambi legati a un clan della camorra, hanno proposto un risarcimento, che però i genitori - riferiscono Il Mattino e Repubblica Napoli - hanno rifiutato: sarà il giudice a decidere.
Giulio Giaccio, 26 anni, fu ucciso il 30 luglio 2000 a Pianura, un quartiere della periferia occidentale di Napoli, vittima di uno scambio di persona. I due uomini arrestati per l'omicidio, Salvatore Cammarota e Carlo Nappi, già condannati in passato per associazione camorristica e legati al clan Polverino, hanno fatto pervenire ai genitori una offerta di risarcimento del danno. Nappi ha offerto 30 mila euro, Cammarota altri 30mila, più alcuni immobili del valore stimato di 120mila euro. Si tratta, sostengono, del "massimo sforzo economico" che possono sostenere. I familiari della vittima innocente di camorra hanno però respinto l'offerta al mittente: "Confidiamo esclusivamente nelle determinazioni dell'autorità giudiziaria. Chiediamo giustizia per chi ha spento il sorriso di Giulio", hanno detto. Domani l'udienza preliminare. Con ogni probabilità il gesto è stato compiuto per ottenere un’attenuante di pena.
"Onore e rispetto per questa famiglia – afferma il deputato napoletano Francesco Emilio Borrelli pubblicando sulla propria pagina Facebook la storia di Giulio, con la sua foto -. L'unico vero risarcimento sarà una condanna durissima all'ergastolo per chi ha ucciso senza pietà l'ennesimo innocente".
La tragica storia di Giulio Giaccio
Giulio Giaccio scomparve a Marano di Napoli, il 30 luglio 2000. Per oltre vent’anni, fino al marzo 2022 di lui non si seppe più niente. Poi, grazie a dei collaboratori di giustizia, il Nucleo Investigativo della Direzione distrettuale antimafia di Napoli appurò che la vittima, operaio edile, era estranea a contesti di criminalità organizzata e che gli esecutori del delitto l'avevano erroneamente identificata per un soggetto che stava intrattenendo una relazione con la sorella di uno di essi, che si trovava in carcere e che non approvava.
I due indagati, già detenuti, hanno ricevuto in carcere la notifica di essere gravemente indiziati dell'omicidio e della distruzione del cadavere del giovane Giulio Giaccio.
Il giovane, che si trovava nei pressi della propria abitazione, era stato raggiunto dai killer, i quali, fingendosi poliziotti, l'avevano costretto a salire a bordo dell'autovettura su cui viaggiavano. Pur avendo negato ogni coinvolgimento nella relazione, veniva ucciso con un colpo d'arma da fuoco ed il cadavere distrutto completamente, utilizzando acido.