Lunedì 23 Dicembre 2024
PATRIZIA TOSSI
Napoli

Terremoto ai Campi Flegrei, 1.118 scosse in un mese. Cosa sappiamo oggi: criticità e scenari di rischio

I dati del rapporto dell’Osservatorio Vesuviano. A preoccupare è il sollevamento del terreno nella zona di Pozzuoli (80 cm dal 2016) e l’aumento della temperatura alla Solfatara. Ecco cosa sta succedendo nel Napoletano

Cosa succede ai Campi Flegrei: i dati dell'ultimo report dell'Osservatorio Vesuviano

Napoli, 2 ottobre 2023 – È scattata l’allerta gialla ai Campi Flegrei, dove lo sciame sismico in atto non accenna a calare. Il Governo sta cercando i fondi da mette nel paniere di una nuova legge che consenta di gestire in modo snello le procedure di evacuazione e la ricognizione dei danni, sul territorio si fanno bilanci per mettere a fuoco la situazione. Mercoledì mattina, i sindaci del territorio andranno in audizione alla Commissione Ambiente della Camera. 

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Zona rossa: 1.118 scosse in un mese

Sono 1.118 i terremoti avvenuti ad agosto nell’area del Napoletano, la vasta ‘zona rossa’ dei Campi Flegrei dove vivono oltre 700mila persone. Si tratta delle scosse registrate nel report mensile dell’Osservatorio Vesuviano. I dati di settembre non sono ancora disponibili, ma la lista delle scosse rilevate potrebbe essere molto più lunga.

Il dato più preoccupante è l’intensità crescente delle scosse4.2 quella più forte rilevata la settimana scorsa tra Napoli e Pozzuoli, 2.9 la scossa di ieri pomeriggio – ma anche il sollevamento nell'area di Pozzuoli (15 millimetri al mese, 113 centimetri in più rispetto al 2005) e l’aumento della temperatura della Solfatara.

Cosa potrebbe succedere: gli scenari di rischio

Una lunga catena di eventi sismici – come il bradisismo che per due anni ha terrorizzato i napoletani nei primi anno Ottanta – oppure l'eruzione del Vulcano Nuovo, la prima dopo la catastrofe del 1538. Sono i due scenari di rischio illustrati nei giorni scorsi al ministro Nello Musumeci dal presidente dell’Ingv, Carlo Doglioni. “La peggiore situazione – ha spiegato Doglioni alla Camera – potrebbe avere una eruzione come quella del Monte Nuovo, di piccoli volumi ma comporterebbe un disagio sociale estremamente elevato”.

"L'alternativa è che la crisi bradisismica si fermi come nell'84-85 e si possa tornare ad avere situazione normale per alcuni decenni. Ma è impensabile che i flegrei si spengano e il vulcano si disattivi. Questo è un dato di fatto, purtroppo”, ha aggiunto il presidente dell’Ingv. 

Cautela sui tempi. “Il punto critico non lo conosciamo in questo momento. Speriamo che gli strumenti che abbiamo ci diano delle informazioni le più precoci possibili", ha sottolineato. 

Osservatorio Vesuviano: il report

Durante il mese di agosto, nell'area dei Campi Flegrei sono stati registrati 1.118 terremoti con una magnitudo massima di 3.6. Di questi, 1.026 eventi (circa il 91.8% del totale) hanno avuto una magnitudo minore di 1.0 – oppure non determinabile a causa della bassa ampiezza del segnale, non chiaramente distinguibile dal rumore di fondo – e 75 eventi (circa il 6.7% del totale), hanno avuto una magnitudo compresa tra 1 e 1.9. Altri 14 eventi sismici (circa l’1.3% del totale), hanno avuto una magnitudo compresa tra 2 e 2.9, altri 3 eventi (circa lo 0.3% del totale), hanno avuto una magnitudo non superiore a 3.

L’epicentro dei terremoti: ecco dove

Sono stati localizzati 703 eventi (circa il 63% di quelli registrati) tra Pozzuoli, Agnano, l’area Solfatara-Pisciarelli, Bagnoli e il Golfo di Pozzuoli, con profondità concentrate nei primi 2 km e profondità massima di circa 4 km.

“Le reti di monitoraggio delle deformazioni del suolo – spiegano dall’Osservatorio Vesuviano – confermano una geometria radiale del sollevamento centrato nell'area di Pozzuoli, con una velocità massima di circa 15±3 mm/mese da gennaio 2023”. Il sollevamento registrato alla stazione Gnss di Rite è di circa 113 cm da novembre 2005, di cui circa 80 cm da gennaio 2016.

Il vulcano: temperatura in aumento

“I valori massimi di temperatura superficiale nelle aree di Pisciarelli e Solfatara – si legge nel report – mostrano una lieve tendenza all’aumento. I parametri geochimici confermano i trend pluriennali di riscaldamento e pressurizzazione del sistema idrotermale. Il flusso di Co2 dal suolo nell'area della Solfatara si conferma essere elevato di circa 4.000 t/d, valori comparabili a quelli che si ritrovano nel plume di vulcani attivi a degassamento persistente”.

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