Domenica 24 Novembre 2024
PATRIZIA TOSSI
Napoli

Campi Flegrei, potenziato il monitoraggio nel mare di Pozzuoli: cos’è la ‘caldera’ e perché preoccupa

L’Invg ha installato un nuovo osservatorio sottomarino alla ‘Secca delle Fumose’. Sotto osservazione i gas vulcanici rilasciati in acqua dal magma, la Co2 e la temperatura dell’acqua. Sindaco di Napoli: “Servono 500-700 milioni per mettere in sicurezza tutto”

Napoli, 24 maggio 2024 – È stato potenziato il monitoraggio sottomarino della caldera dei Campi Flegrei, una vasta area di 200 chilometri quadrati creata dal super vulcano e che si estende anche nel mare del Golfo di Pozzuoli.

L’Osservatorio Vesuviano ha installato un nuovo punto di osservazione multi parametrico per lo studio del processo di “degassamento idrotermale sottomarino”. Vale a dire: l’evoluzione dello sciame sismico preoccupa l’Ingv. Anche l’Europa sta tendendo la situazione sotto controllo ed è pronta a intervenire in caso di “catastrofe naturale”.

La zona sotto osservazione sarà la ‘Secca delle Fumose’: ecco perché e a cosa serve il nuovo osservatorio. Il sindaco di Napoli da Palazzo Chigi: “Servono 500-700 milioni per mettere in sicurezza tutto”.

L'area interessata dal monitoraggio. Nel box: la caldera dei Campi Flegrei
L'area interessata dal monitoraggio. Nel box: la caldera dei Campi Flegrei

Cos’è la caldera

La caldera dei Campi Flegrei si estende per circa 200 km/quadrati, arrivando fino all'area marina nel Golfo di Pozzuoli dove è già presente la rete di monitoraggio geofisico multi parametrico Medusa.

Allo scopo di potenziare l'infrastruttura di ricerca e monitoraggio geochimico dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, proprio nel settore sommerso della caldera flegrea, è stato recentemente installato un il nuovo osservatorio sottomarino.

A cosa serve l’osservatorio

“Il nuovo osservatorio marino – spiegano gli esperti dell’Ingv – consente di monitorare in continuo la temperatura delle emissioni idrotermali nel fondo, la concentrazione di anidride carbonica (Co2) di origine vulcanica disciolta nell'acqua di mare e la corrente marina: tutti parametri utili per la stima dell'energia associata al processo di degassamento sottomarino (i gas dissolti nel magma che vengono rilasciati in mare, ndr) e il monitoraggio delle eventuali variazioni”.

L'installazione è stata resa possibile grazie al gruppo subacquei dell'Istituto di Vulcanologia, in coordinamento con il Parco archeologico dei Campi Flegrei e le altre autorità preposte alla tutela del territorio.

Monitoraggio: ecco dove

L'area interessata dal monitoraggio è stata individuata in un particolare settore del Golfo di Pozzuoli, noto come ‘Secca delle Fumose’, già oggetto di studi e monitoraggio, e dove è prevista l'installazione di altre strumentazioni scientifiche marine.

Questa nuova strumentazione potenzia nel settore sommerso della caldera – che presenta oggettive difficoltà logistiche – l'infrastruttura di Reti Multiparametriche già esistente nella caldera dei Campi Flegrei.

La zona del monitoraggio sottomarino nel Golfo di Pozzuoli (Napoli)
La zona del monitoraggio sottomarino nel Golfo di Pozzuoli (Napoli)

Sindaco di Napoli: “Servono 500-700 milioni”

“Servono dai 500 ai 700 milioni per mettere in sicurezza tutto. Per l'edilizia privata avremo una stima più avanti”. Lo ha affermato Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, parlando davanti a Palazzo Chigi prima di un incontro con il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci. sull'emergenza Campi Flegrei.

“Bisogna andare avanti con maggiore celerità, completando tutte le valutazioni, con il percorso del decreto sui Campi flegrei, con investimenti per il patrimonio e finanziamenti per le strutture private”. Il bradisismo “è un fenomeno con il quale dobbiamo convivere”, ha aggiunto. “Questo è un fenomeno che tocca la sensibilità dei cittadini. Noi dobbiamo mantenere la calma come istituzioni”.