Mercoledì 29 Gennaio 2025
REDAZIONE NAPOLI

Terra dei Fuochi, Italia condannata. La Corte di Strasburgo: mette a rischio la vita degli abitanti

L’area campana coinvolta nell’interramento di rifiuti tossici. Secondo i giudici della Corte europea dei diritti umani il nostro Paese non ha preso le dovute misure per affrontare il fenomeno

Strasburgo, 30 gennaio 2025 – La Corte di Strasburgo condanna l’Italia:  le autorità mettono a rischio la vita degli abitanti della Terra dei Fuochi, l'area campana coinvolta nei decenni scorsi nell'interramento di rifiuti tossici. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani che ha condannato l'Italia che, pur riconoscendo la situazione, non ha preso le dovute misure. La Cedu ha stabilito che il nostro Paese deve introdurre senza indugio misure generali in grado di affrontare in modo adeguato il fenomeno dell'inquinamento in questione. La sentenza è definitiva.

Terra dei Fuochi, l'Italia è stata condannata
Terra dei Fuochi, l'Italia è stata condannata

La Corte ha riconosciuto un rischio per la vita "sufficientemente grave, reale e accertabile”, che può essere qualificato come “imminente”. I giudici inoltre ritengono che “non ci siano prove sufficienti di una risposta sistematica, coordinata e completa da parte delle autorità nell'affrontare la situazione della Terra dei Fuochi”. Evidenziano che i progressi nel valutare l'impatto dell'inquinamento sono stati lenti, quando invece occorreva celerità. Inoltre indicano che lo Stato non è stato in grado di dimostrare di aver preso tutte le azioni penali necessarie per combattere lo smaltimento illegale di rifiuti nell'area della Terra dei Fuochi.

“Data l'ampiezza, la complessità e la gravità della situazione, era necessaria una strategia di comunicazione completa e accessibile, per informare il pubblico in modo proattivo sui rischi potenziali o reali per la salute e sulle azioni intraprese per gestire tali rischi. Questo non è stato fatto. Anzi, alcune informazioni sono state coperte per lunghi periodi dal segreto di Stato", scrive la Cedu.

La sentenza emessa oggi, giovedì 30 gennaio 2025,  concerne i ricorsi di 41 individui e 5 associazioni. La Cedu ha deciso di accettare in parte le obiezioni del governo e ha rigettato i ricorsi delle associazioni e di numerosi individui. I giudici ritengono che le associazioni non sono “direttamente interessate” da presunte violazioni derivanti da un pericolo per la salute dovuto all'esposizione al fenomeno dell'inquinamento e che mancano della legittimazione ad agire per conto dei loro rappresentanti. Per quanto attiene invece agli individui, per alcuni non ci sono prove sufficienti che loro i parenti vivessero in aree interessate dal fenomeno dell'inquinamento.