Mercoledì 20 Novembre 2024

Studentessa scomparsa, Diana Biondi trovata morta. Il rettore: "Segnalate i malesseri"

Il corpo della 27enne di Somma Vesuviana trovato in un dirupo. "La vostra università uccide. Ci dispiace Diana", la striscione del Collettivo studentesco appeso sulla facciata dell'ateneo

Diana Biondi, lo striscione appeso fuori dall'università di Napoli

Diana Biondi, lo striscione appeso fuori dall'università di Napoli

Somma Vesuviana (Napoli), 2 marzo 2023 - "Se ci sono malesseri forti, vi chiediamo di segnalarceli", le parole del rettore dell'Università Federico II, Matteo Lorito dopo il ritrovamento del corpo di Diana Biondi, la studentessa di Somma Vesuviana morta suicida a un passo dalla laurea. "Non siamo solo erogatori di didattica - ha aggiunto il rettore - ma vogliamo aiutare ancora i nostri più deboli e fragili. È una perdita enorme perché quando si spegne una giovane vita è sempre un fatto enorme". 

Un solo esame alla meta

Diana Biondi, 27 anni, avrebbe dovuto laurearsi in lettere moderne e martedì scorso quel giorno era finalmente arrivato. La data della cerimonia già fissata ma alla meta mancava ancora un esame, quello di latino. Il segreto tenuto nascosto alla famiglia, al fidanzato, quel tassello mancante lo ignoravano. Il mondo le è crollato adosso, Diana si è uccisa buttandosi giù da un dirupo a Somma Vesuviana, in provincia di Napoli.

L'hanno cercata per tre giorni

Il papà aveva subito lanciato un appello, temeva che qualcosa di brutto le fosse accuduto. "Diana è una ragazza tranquilla", ha ripetuto ininterrottamente nelle ore sucessive alla scomparsa. Per questo quanto la figlia ha iniziato a non rispondere alle sue telefonate, ha denunciato la sua scomparsa ai carabinieri

L'ultimo whatsapp

Diana aveva scritto alla famiglia su whatsapp che si sarebbe recata in biblioteca dell'università Federico II, per ritirare la tesi, e che sarebbe rientrata a Somma Vesuviana con il treno delle 16 di Napoli. Poi, l'ultimo messaggio: "Non posso parlare". E dopo il silenzio, l'angoscia ed una borsetta nera attaccata ad una ringhiera. A pochi metri da quella borsetta, c'era il corpo di Diana.  È stato un messaggio di una amica di corso di Diana a far luce su quello che poteva esserci in fondo a quel dirupo: "Aveva raccontato che andava a ritirare la tesi, ma non doveva ancora laurearsi". Da lì le indagini dei carabinieri e la tragica scoperta. 

Una storia che si ripete

La tragedia di Diana riporta alla memoria quella di Riccardo, 26 anni. Anche a lui mancavano degli esami, nonostante avesse annunciato la data della sua laurea in Scienze infermieristiche. Ma il giorno prima della festa, anche lui, ha deciso di schiantarsi con la sua auto. Era lo scorso 28 novembre e sull'asfalto, tra Padova ed Abano Terme, non è stato trovato nessun segno di frenata. 

Le reazioni

"La vostra università uccide. Ci dispiace Diana", ha scritto su uno striscione appeso alla facciata dell'ateneo questa mattina il Collettivo autorganizzato universitario. Molti i messaggi di dolore per Diana sui social. 

"Ancora una volta un suicidio, ancora una volta una ragazza che non trova via d'uscita e non regge la pressione delle aspettative, della competizione, della necessità di essere bravi e performanti. Tutta la nostra vicinanza alla famiglia di Diana, morta suicida nel giorno del suo compleanno perché aveva mentito sulla data della sua laurea". Lo afferma Elisabetta Piccolotti dell'Alleanza Verdi Sinistra intervenendo in merito alla tragica vicenda che ha coinvolto una ragazza di Somma Vesuviana, studentessa della Federico II di Napoli. 

"Le nostre università devono saper ascoltare i bisogni e le necessità dei ragazzi - prosegue la deputata, componente della commissione cultura di Montecitorio - sarebbe fondamentale avere figure di riferimento per la cura delle loro fragilità e della loro salute mentale. Un psicologo in ogni facoltà sta diventando una necessità per tante e tanti. Ma serve di più, bisogna ripensare la comunità educante come il luogo di incontro di specialisti e professionalità diverse, capaci di offrire cura e ascolto a tutto campo. Sono temi su cui ci stiamo già impegnando in Parlamento, anche con proposte di legge. Se non ci occupiamo dell'equilibrio emotivo degli studenti di fatto non ci stiamo occupando nemmeno della qualità della formazione".