Napoli, 9 novembre 2024 – Aveva appena compiuto 18 anni Arcangelo Correra, morto oggi all'ospedale Pellegrini di Napoli dopo essere stato colpito da uno sparo alla testa. Le sue condizioni erano parse da subito gravissime.
Correa, incensurato, era cugino di Luigi Caiafa, 17enne ucciso dalla polizia il 4 ottobre 2020 durante una rapina.
E ora per la morte di Correra sarà sottoposto a fermo per i reati di porto d'arma illegale e per ricettazione e, contestualmente, indagato, per omicidio colposo proprio il fratello di Luigi Caiafa, Renato, 19 anni. Sarebbe stato lui a maneggiare la pistola la scorsa notte a Napoli dalla quale sarebbe inavvertitamente partito il colpo che ha ferito a morte l'amico - e parente - Arcangelo Correra. E' stato proprio lui a raccontare la vicenda alla Squadra Mobile, in Questura, dove si è recato spontaneamente.
Il 19enne ha fatto ritrovare l'arma e ha raccontato quanto accaduto questa notte. Un folle "gioco", una disattenzione mentre mostrava l'arma ricettata, sarebbero alla base dell'omicidio. Le indagini lampo condotte dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli agli ordini del dirigente Giovanni Leuci hanno portato subito all'identificazione del 19enne che si è presentato in Questura, ha fatto ritrovare la pistola e ha raccontato quanto accaduto stanotte in via dei Tribunali angolo piazza Sedil Capuano, in pieno centro storico di Napoli. Ora il pm della Procura di Napoli, Ciro Capasso, sta vagliando la sua posizione prima di firmare un decreto di fermo d'indiziato di delitto. Il 19enne finirà in carcere.
Manfredi: "Lavorare su controllo ed educazione”
Dell'ennesimo episodio di sangue ha parlato il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, intervenuto all'assemblea pubblica anti violenza a Piazza del Gesù. “C'è il tema oggi di questi scontri tra bande di giovani che avvengono anche nell'ambito di un ambiente camorristico. Sono giovanissimi coinvolti in attività illegali, ed è molto importante approfondire bene queste dinamiche. Le forze dell'ordine sono già molto attive su questo argomento e questo ci deve spingere ulteriormente a lavorare ovviamente da un lato sul controllo dall'altro sul lavoro, sull'inclusione sociale e sull'educazione visto che questi fenomeni coinvolgono giovanissimi”.