Napoli, 11 novembre 2021 - Sequestrate 7 tonnellate e mezzo di sacchetti di plastica illegali. I carabinieri del Gruppo Forestale e del Nucleo investigativo ambientale (Nipaaf) di Napoli, insieme a quelli delle stazioni dipendenti e del Reparto Parco Nazionale del Vesuvio hanno ispezionato 11 siti di produzione e distribuzione di buste di plastica. Napoli, Plastic free Campania: raccolti 200 sacchi di rifiuti dalla spiaggia I controlli sono stati indirizzati alla verifica della conformità dei sacchetti di plastica ai requisiti vigenti di biodegradabilità e compostabilità, previsti dal Testo Unico ambientale. Ben 7 tonnellate e mezzo di sacchetti non conformi sono state poste sotto sequestro: circa 2 milioni di pezzi per oltre 135mila euro in sanzioni. Due le persone denunciate, sequestrati i siti di produzione perché ritenuti privi di autorizzazione all'emissione in atmosfera. Napoli, ambientalisti contro il G20: "É una farsa, qui si muore per la Terra dei Fuochi"
Shoppers: 30% ancora illegali
Il bilancio dei controlli consente di fornire un quadro chiaro e preoccupante sulla persistente diffusione di vecchi shoppers, prodotti con plastiche la cui produzione e distribuzione minaccia concretamente gli ecosistemi e la catena alimentare. Secondo una ricerca svolta da un’associazione di categoria, il mercato degli shoppers è viziato da un tasso di illegalità che raggiunge il 30%. Campania, costiera sotto attacco: 11 reati ambientali al giorno, 4.200 in un anno La normativa vigente ha sancito, già dal 2012, l’uso obbligatorio delle buste di plastica biodegradabili e compostabili, realizzate con polimeri riciclabili di pari passo con la frazione organica dei rifiuti urbani. Si elimina così il rischio che l’eventuale compost prodotto sia contaminato da plastiche tossiche, poi reimmesse nell’ambiente.
Trovati anche alimenti scaduti
Grazie alla collaborazione di personale tecnico dell’Asl Napoli 3 è stato sequestrato anche un locale dove erano stoccate 36 pedane sulle quali erano poggiati alimenti in cattivo stato di conservazione e privi di qualsiasi tracciabilità: decine di chili di sale per alimenti, oltre 200mila cartoni per pizza ammuffiti, sacchi di farina e pelati.