Giovedì 21 Novembre 2024
GIOVANNI BOGANI
Napoli

Marco D’Amore, la star di Gomorra: “Vele di Scampia, troppe parole inutili. Lo Stato deve agire”

L’attore e la strage: “Era già tutto annunciato. Si parla di esseri umani che vivono in un contesto completamente dimenticato e abbandonato”

Giffoni (Salerno), 25 luglio 2024 – “Ora che tutti ne parlano; ora che tutti alzano bandiere, si fanno portatori di solidarietà e vicinanza, proprio in questo momento io mi taccio. Preferisco far calare su questa tragedia un silenzio dignitoso. Perché ho troppe persone molto care a me, fra cui il bambino che ha fatto il protagonista de ‘L’immortale’ che io considero un mio figlio acquisito, che è proprio della Vela Celeste e stava là, stava là".

L’attore Marco D’Amore in una scena della serie ’Gomorra’
L’attore Marco D’Amore in una scena della serie ’Gomorra’

Marco D’Amore le Vele di Scampia le conosce bene. "La differenza fra ‘Gomorra’ e le altre serie è che in ogni frame, dietro i nostri volti, c’è la verità. Le strade sfondate che si vedono sono così". La serie ’Gomorra’ ha molte scene girate con le Vele sullo sfondo; o lì dentro, anche dentro quei ballatoi. Al festival Giffoni Experience, una delle più grandi manifestazioni al mondo dedicate al cinema per ragazzi, Marco D’Amore – che in "Gomorra" è Ciro l’Immortale, il personaggio forse che più si scolpisce nella memoria, con la sua recitazione fatta di silenzi, di sguardi, di modi di inclinare la testa – ha incontrato centinaia di giovani spettatori. Poi ha risposto alle nostre domande. E ha parlato anche della tragedia accaduta a Napoli.

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D’Amore, fra tante parole che si dicono, adesso, sulle Vele lei sceglie il silenzio. Perché?

"Quello che è successo è un dramma annunciato da anni. Lo sanno tutti. Si parla di esseri umani che vivono in un contesto completamente dimenticato e abbandonato, anche con una certa volontarietà. Persone che hanno subìto una tragedia. E adesso, di fronte a questa tragedia, bisogna stare zitti. E chi ha la responsabilità di amministrare le cose pubbliche e che viene pagato per quello deve fare i fatti".

Quanto sono vicine le Vele raccontate da ’Gomorra’ e quello che sono nella realtà?

"La differenza fra ‘Gomorra’ e le altre serie è che in ogni fotogramma, in ‘Gomorra’, dietro i nostri volti c’è la verità. Le strade sfondate sono proprio così, i quartieri che vedete sono così, la dimensione di emarginazione è quella. Però, allo stesso tempo, non si può fare un paragone fra la realtà e i racconti che si sono moltiplicati su quel luogo".

Lei ha raccontato Napoli anche nei suoi film da regista. Con quali sentimenti vede Napoli oggi, il suo presente e il suo futuro?

"Vedo una città che è tesa fra due opposte attrazioni: la difesa, a volte anche cocciuta, della propria memoria, del proprio passato, delle proprie tradizioni, che la contraddistinguono rispetto a tanti luoghi del mondo. Dall’altra, vedo un luogo che sente il bisogno forte di evolversi, di prendere da altri linguaggi, come avviene nella musica e nel cinema. Napoli è una città vitale, piena di intelligenza, di forza, di talento,di conflitti anche: ma è il conflitto che genera creatività".

L’autore delle inchieste da cui nasce ’Gomorra’, Roberto Saviano, vede uscire sulla Rai il suo programma ‘Insider’, dopo un anno nel quale era stato messo in frigorifero. E su X ha scritto un post in cui si mostra niente affatto contento della censura subìta. Che cosa ne pensa?

"Ho letto quello che ha scritto Roberto: credo che le sue rimostranze siano giuste; ma credo anche che sia ben felice che le sue indagini giornalistiche possano finalmente incontrare il pubblico. E, da spettatore e da cittadino, ne sono felice anch’io".