Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE NAPOLI

Duplice omicidio Sant’Antimo, il figlio di Raffaele Caiazzo: “Mio padre si era invaghito di mia moglie. Per questo ha ucciso lei e mio cognato”

Colpo di scena a Napoli. Il racconto di Alfonso Caiazzo: “Sospettava una relazione tra loro, tutte fantasie che ci hanno rovinato la vita”

Nella combo Raffaele Caiazzo, Luigi Cammisa e Maria Brigida Pesacane

Napoli, 10 giugno 2023 – Colpo di scena nel duplice omicidio di Sant’Antimo a Napoli, dove un uomo di 44 anni, Raffaele Caiazzo, ha ucciso la nuora (moglie del figlio) e il genero pensando che i due avessero una relazione. In realtà, da quanto racconta il figlio dell’assassino, era il padre ad essersi invaghito di sua moglie, Maria Brigida Pesacane, 24 anni, uccisa davanti ai figli di 2 e 4 anni nella sua casa a Sant’Antimo. 

"Tutte fantasie che ci hanno rovinato la vita. Sospetto che mio padre si fosse invaghito di mia moglie". E' il racconto drammatico che Alfonso Caiazzo fa a pm e carabinieri il giorno dell'omicidio di sua moglie e di Luigi Cammisa, 29 anni, marito dell’altra figlia dell’assassino freddato in piazza.

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L'uomo sospettava che i due avessero una relazione extraconiugale. "Fantasie e a nulla è valso un chiarimento in famiglia. Un giorno - racconta ancora Alfonso - mio padre disse che aveva avuto addirittura una relazione con mia moglie".

Anche la sorella Anna Caiazzo, che giovedì mattina ha sentito i colpi di pistola e riconosciuto il corpo del marito in strada, ha confermato che in famiglia da qualche mese c'era il sospetto che Caiazzo avesse perso la testa per Maria Brigida. È la moglie di Caiazzo, Amelia D'Isidoro, a spiegare come era nata la fissazione del marito sulla relazione tra i cognati. "A Carnevale festeggiammo in famiglia e Raffaele disse di aver visto Luigi fare avances a Maria Brigida”. 

Così dopo aver visto il corpo crivellato di colpi del cognato Luigi Cammisa, sospettando che potesse accadere qualcosa di simile anche alla moglie Maria Brigida, il figlio dell’omicida ha fatto di tutto per proteggerla, telefonando a casa e dicendole di chiudersi dentro e di non aprire a nessuno. Quindi è corso verso l'abitazione ma quando è arrivato era troppo tardi: la moglie era riversa in bagno ormai morta, anche lei crivellata di colpi.

Al 44enne è stato contestato l'omicidio volontario con l'esclusione della premeditazione ma con le aggravanti dei futili motivi, dell'aver agito in presenza di minori e aver commesso il fatto nei confronti di affini in linea retta, tutte circostanze che portano in teoria all'ergastolo.

L'uomo si era costituito, 5 ore dopo il duplice delitto, recandosi dai carabinieri della stazione di Gricignano d'Aversa, in provincia di Caserta. I militari dell'Arma avevano portato Caiazzo nella caserma di Giugliano, in provincia di Napoli. Era stato sottoposto a fermo da parte della Procura di Napoli Nord, sostituto Alberto Della Valle e procuratore Maria Antonietta Troncone. E oggi il gip di Napoli Nord, Simone Farina, dopo l'udienza di convalida del fermo tenuta al carcere di Napoli-Poggioreale dove Caiazzo è rinchiuso da circa 48 ore, ha convalidato il provvedimento della Procura. Davanti al gip, il suocero assassino ha confermato quanto ammesso durante il primo interrogatorio reso giovedì pomeriggio al pm: ricorda di aver ucciso Luigi Cammisa, ma non la nuora.