Martedì 12 Novembre 2024

Sandokan si è pentito: il boss dei Casalesi Francesco Schiavone diventa collaboratore di giustizia

Ha deciso di collaborare con la giustizia dopo 26 anni di prigione. Scatta il programma di protezione per i familiari

Francesco Schiavone, detto Sandokan, si è pentito dopo 26 anni di prigione

Francesco Schiavone, detto Sandokan, si è pentito dopo 26 anni di prigione

Napoli, 29 marzo 2024 – Sandokan, il boss dei Casalesi, si è pentito.  Era uno degli ultimi irriducibili della camorra casalese, custode di importanti segreti, ma dopo 26 anni di prigione, la maggior parte trascorsi in regime del carcere duro, Francesco Schiavone, noto come Sandokan, capo indiscusso del clan dei Casalesi, ha deciso di collaborare con la giustizia. Lo riporta l'edizione cartacea del quotidiano Cronache di Caserta.

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Programma di protezione per i familiari

In questi giorni le forze dell'ordine, a quanto si apprende, si sono recate a Casal di Principe per proporre ai parenti del capoclan, tra cui il figlio Ivahnoe, di entrare nel programma di protezione. L'avvio del percorso di collaborazione da parte di Francesco Schiavone viene confermato dalla Direzione nazionale Antimafia. Secondo quanto si apprende la decisione sarebbe maturata nelle ultime settimane, durante le quali la Dna e la Dda di Napoli hanno svolto un lavoro con la massima discrezione. Schiavone è stato arrestato nel luglio del 1998 e da allora è recluso al regime del 41 bis. Anche due suoi figli, Nicola e Walter, hanno avviato alcuni anni fa lo stesso percorso ora intrapreso dal padre.

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Gli altri boss dei Casalesi

Dopo la notizia della decisione del super boss Francesco Schiavone di pentirsi, restano per ora irriducibili nella loro volontà di non collaborare con lo Stato l'altro storico capo dei Casalesi Francesco Bidognetti, noto come "Cicciotto e Mezzanotte”, in carcere dal 1993, e Michele Zagaria, catturato il 7 dicembre 2011 dopo sedici anni di latitanza. Tra i boss dei Casalesi che hanno deciso di collaborare con la giustizia compare invece anche Antonio Iovine, detto “o ninno”, arrestato nel 2010 dopo 15 anni di latitanza.

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