Napoli, 03 novembre 2021 - Ammonta a oltre 5 milioni di euro la truffa ai danni dello Stato scoperta dai Carabinieri del Comando provinciale e del Nucleo Ispettorato Lavoro di Napoli che, con l'Inps, hanno passato al setaccio un imponente numero di istanze di Reddito di cittadinanza e scoperto 2.441 posizioni irregolari che sono state tutte revocate. Molte sono risultate intestate a camorristi e a loro parenti, a parcheggiatori abusivi, rapinatori, truffatori e lavoratori in nero. I denunciati sono 716 di cui 422 con pregiudizi penali e tra questi 64 per associazione mafiosa. La maggioranza delle persone denunciate, 673, è italiana; 43 gli stranieri. Sulla truffa al reddito di cittadinanza, invece, c'è quasi la parità di genere: 394 gli uomini e 322 le donne. Ad aver intascato illegalmente il reddito di cittadinanza sono stati dal venditore ambulante di calzini al rapinatore, dal garzone del bar ai familiari del camorrista e al camorrista stesso. Ci sono anche truffatori di anziani, scippatori, pusher, contrabbandieri di sigarette, ma anche lavoratori "in nero", come un carrozziere, un barista, una commessa.
I casi più curiosi: da chi aveva due famiglie a chi ha inventato figli o si è finto bulgaro
Molti i casi eclatanti e tra questi quello di un 46enne di Castellamare di Stabia già noto alle Forze dell'Ordine che si è recato all'ufficio postale di via Plinio il Vecchio a Castellamare di Stabia. Presentando una carta di identità bulgara evidentemente falsa e simulando addirittura un accento straniero che di balcanico aveva ben poco, ha tentato invano di ingannare l'operatore dello sportello per ottenere una tessera per il Reddito di cittadinanza. Il suo trucco è stato smascherato subito e l'uomo è finito in manette, arrestato dai Carabinieri della locale Sezione Radiomobile. A Napoli si registra il caso curioso di un uomo del quartiere Stella, presente in due distinti nuclei familiari che avevano ambedue chiesto e ottenuto il beneficio: l'uomo e l'abitazione erano gli stessi, gli ingressi diversi.
Napoli, riceve il Reddito di cittadinanza nonostante l’eredità: scoperto dalla GdF
In provincia di Caserta un soggetto ha falsamente dichiarato di far parte di un nucleo familiare composto da più persone, di fatto invece inesistente. In provincia di Napoli un 41enne percettore di Reddito di Cittadinanza al momento della richiesta aveva omesso di dire che era sottoposto a misura detentiva, benché fosse agli arresti domiciliari con tanto di braccialetto elettronico perfettamente funzionante. Nella stessa provincia sono state denunciate, tra le altre, 80 persone, tutte contigue alla criminalità organizzata, che con dichiarazioni omissive sono riuscite a ottenere 852.515,91 euro di illecita percezione del reddito di cittadinanza.
Chi lavorava in nero e percepiva il reddito
Molti i casi di percettori di reddito di cittadinanza che contemporaneamente avevano lavori "in nero" scoperti dai Carabinieri tra Napoli e provincia. Nel quartiere Chiaiano sono stati scoperti la commessa di un negozio e due baristi, tutti 'assunti' in nero, così come un carrozziere del rione Don Guanella. Nel comune di Giugliano in Campania sono stati scoperti i casi di 102 lavoratori impiegati in 10 differenti opifici e tomaifici, 68 dei quali erano "in nero" e 25 percepivano anche il reddito di cittadinanza. Per la sola area che raggruppa i comuni di Castello di Cisterna, Acerra, Marigliano, Pomigliano, Brusciano, Somma Vesuviana, Casalnuovo e Sant'Anastasia sono state controllate le posizioni di 579 nuclei familiari.
Più di 300 i percettori indebiti denunciati, per un danno all'erario che supera i 350mila euro. Tra le condotte illecite più frequenti, l'omessa comunicazione di variazioni della condizione economica. Un esempio è l'acquisto, durante il periodo in cui si percepisce il reddito, di beni mobili come auto e moto, oppure la mancata comunicazione della presenza nel nucleo familiare di detenuti o soggetti sottoposti a misura pre-cautelare e cautelare, tutte condizioni che avrebbero fatto decadere l'opportunità offerta dal Governo. Reddito cittadinanza anche a camorristi e rapinatori. Scoperte quasi 5mila irregolarità
Reddito di cittadinanza per camorristi e familiari
Sono diverse le persone legate alla criminalità organizzata finite nelle maglie dei controlli sulla legittimità della percezione del reddito di cittadinanza svolti dai Carabinieri tra Napoli e provincia. Un esponente di spicco del clan camorristico Frizziero, attivo nella zona di Mergellina a Napoli, pur sottoposto agli arresti domiciliari per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e diverse condotte aggravate dal metodo mafioso in materia di sostanze stupefacenti e armi, è risultato beneficiario indiretto del reddito di cittadinanza che veniva percepito dalla moglie convivente.
Napoli, Reddito di cittadinanza sequestrato a 25 famiglie legate al clan Contini
Cinque beneficiari sono stati invece arrestati nel settembre del 2020 dai Carabinieri della compagnia Vomero perché ritenuti gravemente indiziate di sequestro di persona a scopo di estorsione con aggravante mafiosa in quanto legati al clan Amato-Pagano. Tra i beneficiari del reddito di cittadinanza si leggono nomi di appartenenti al gruppo camorristico dei Cifrone, imputati per estorsione e rapina. Tre dei Balzano, imputati di associazione per delinquere di stampo mafioso, ricettazione, detenzione abusiva di armi. E ancora due spacciatori, un rapinatore e un uomo arrestato per detenzione di arma comune da sparo. Sono invece 10 gli affiliati al clan Grimaldi-Vanella Grassi arrestati durante l'operazione "Cupola" del 2020 per associazione per delinquere di stampo mafioso, che percepivano il reddito di cittadinanza. Reddito di cittadinanza ai camorristi: sequestrati 700mila euro a 60 famiglie dei Clan
Nell'area di Nola i carabinieri della compagnia locale hanno denunciato un 48enne affiliato al clan Russo, ora in carcere, poiché era riuscito a ricevere per mesi denaro dallo Stato senza averne alcun diritto. Stessa sorte per un parcheggiatore abusivo di 38 anni, nolano anche lui. Tra i comuni di Marano, Mugnano, Villaricca, Calvizzano e Melito sono 80 le persone denunciate, 25 le figure di spicco della criminalità organizzata locale che rientrano nel novero dei percettori illeciti del reddito di cittadinanza. Si tratta di familiari di affiliati ai clan Nuvoletta, Orlando, Polverino, Amato-Pagano e De Rosa-Pianese che sono riusciti a ricevere il sussidio del Governo senza averne titolo.
Tra questi figura la moglie di un affiliato dei Polverino, la moglie del nipote del capo clan dei Polverino, la madre di un affiliato agli Amato Pagano e il fratello di un esponente dei Nuvoletta. Anche il figlio di uno degli elementi di spicco del clan Nuvoletta è riuscito ad ottenere 6.500 euro con il reddito di cittadinanza, e così la nipote di un elemento apicale del clan Orlando, ora detenuto: per lei oltre 19.000 euro in benefit ottenuti illecitamente.
Maxi operazione interregionale nel Sud d'Italia da 20 milioni di euro
Le 2.441 truffe riguardanti il Reddito di cittadinanza nel Napoletano rappresentano da sole circa la metà dei casi 5 mila casi sventati nella stessa maxi operazione condotta nel Meridione dal Comando interregionale Ogaden dei Carabinieri durante i controlli eseguiti in 5 regioni - Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata - e che hanno portato a scoprire circa 20 milioni di euro di euro percepiti indebitamente. Tra i casi più eclatanti di indebita percezione del reddito di cittadinanzai figura, sempre in Campania, anche quello emerso in provincia di Avellino dove un 70enne possedeva una lussuosa Ferrari, numerosi immobili e terreni di proprietà. Napoli, “furbetti” del Reddito di cittadinanza: sequestrati 17mila euro a due donne
Le irregolarità totali emerse sono 4.839, il 12,6% dei 38.450 nuclei familiari controllati per un campione di 87.198 persone. Secondo l'Inps allo scorso 30 aprile risultavano percettori del sussidio in Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata esattamente 387.076 nuclei familiari. Le denunce riguardano 3.484 persone (9,1% rispetto al numero dei nuclei familiari controllati). Di questi ultimi, il 38,4% sono soggetti già noti alle Forze di Polizia, tra cui il 2,6% (90) gravati da condanne o precedenti per reati associativi. L'azione di contrasto ha evidenziato che, nel periodo e nel territorio controllati, le irregolarità riscontrate hanno generato 19.112.615,72 di euro percepiti indebitamente. Tra i soggetti deferiti nell'intera operazione, il 60,2% sono uomini (2.097) e il restante 39,8% sono donne (1.387). Inoltre, il 59,4% dei deferiti sono cittadini italiani (2.071), mentre il restante 40,6% di nazionalità straniera (1.431).