Martedì 12 Novembre 2024

Napoli, psichiatra minacciata con pistola da paziente: “La devo uccidere”

Dopo l’intervento della Polizia è stata la specialista ad accompagnare l’uomo in ambulanza in ospedale. L’Asl: “Comportamento encomiabile. Ci costituiremo parte civile e forniremo assistenza legale”. La Federazione dei Medici: "Le armi non devono entrare nei luoghi di cura”.

La fiaccolata organizzata per la psichiatra uccisa a Pisa dagli operatori della salute mentale

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Napoli, 17 maggio 2023 - Una psichiatra in servizio al Centro di salute mentale di Secondigliano, a Napoli, è stata minacciata con una pistola da un paziente. Il fatto è avvenuto ieri sera. La psichiatra e un'infermiera che si trovava con lei sono riuscite a scappare al piano superiore della struttura e a chiedere aiuto. Sul posto è intervenuta la Polizia. Il paziente, con problemi psicopatologici, è stato ricoverato.

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"La devo uccidere”

"La devo uccidere”. Così il paziente con disturbi della personalità ha urlato nel centro di salute mentale di Secondigliano quando, il giorno prima dell'aggressione, non ha trovato la psichiatra che lo aveva in cura. Si è ripresentato il giorno dopo con una pistola, che solo successivamente si è appreso essere a salve, minacciando i presenti. La psichiatra e un'infermiera sono scappate, lui ha esploso un colpo diretto ad una gamba di un infermiere che per fortuna è rimasto illeso. La Polizia, chiamata dai sanitari, ha bloccato l'uomo e l'ha disarmato. In ambulanza, denunciano i dirigenti dell'Asl, ha molestato la psichiatra che con grande spirito di servizio ed abnegazione lo stava accompagnando all'Ospedale del Mare.

"Serve aiuto da forze dell’ordine e magistratura”

"Un fatto incredibile, veramente una violenza che non si può definire - spiega la direttrice del dipartimento di Salute Mentale, Luisa Russo - nei confronti di una donna che ha dimostrato una straordinaria professionalità e fermezza nonostante lo choc per l'aggressione”. La vicenda dimostra, sottolinea la direttrice, “che servirebbe un aiuto da parte delle forze dell'ordine e della magistratura”. Nessun filtro per entrare nel centro, nemmeno una guardia giurata. “Quest'uomo non lo chiamerei paziente psichiatrico. Sarebbe - dice la Russo - un'offesa a tantissimi pazienti che vivono la malattia con dignità. È un paziente con disturbi della personalità”, sul quale si stanno compiendo accertamenti per capire se abbia agito anche sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.

“Comportamento encomiabile”

"La nostra dottoressa, ancora sotto choc, ma con un grande spirito di servizio, ha accompagnato il paziente in ambulanza fino all'ospedale del Mare. Un comportamento encomiabile che, ancora una volta, la dice lunga sulla professionalità e sulla qualità umana del nostro personale", dichiara il direttore generale della Asl Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva, il quale, oltre a ribadire il proprio sostegno e la vicinanza della Direzione strategica a quanti subiscono violenza in servizio, ringrazia anche le forze dell'ordine "per il lavoro che ogni giorno svolgono rendendo più sicuri i presidi".

Il paziente ora è al San Giovanni Bosco

Anche nel corso del trasporto verso l'Ospedale del mare, il paziente ha tenuto atteggiamenti di molestia nei confronti della psichiatra. L'uomo è stato visitato al pronto soccorso dell'Ospedale del Mare e poi ricoverato nel reparto psichiatrico di diagnosi e cura del presidio ospedaliero San Giovanni Bosco per un ulteriore approfondimento psicodiagnostico. I direttori delle Unità di Salute mentale di Napoli, insieme al direttore del Dipartimento di Salute mentale, si riuniranno questa mattina nel Centro di Salute mentale dì Secondigliano per esprimere sostegno alla collega e fare il punto della situazione. "Abbiamo messo a disposizione della nostra dottoressa un avvocato penalista per sporgere querela di parte e siamo pronti a costituirci parte civile in un eventuale processo", conclude Verdoliva.

Il precedente: Barbara Capovani

Il caso crea molto allarme per la tipologia di violenza. É recente la vicenda della psichiatra uccisa a sprangate a Pisa da un suo paziente che ha suscitato cordoglio in tutta Italia. La vittima, Barbara Capovani, madre di tre figli, era morta in ospedale lo scorso 24 aprile e i suoi organi erano stati donati.  

Federazione Medici: "No ad armi nei luoghi di cura”

"Le armi non devono entrare nei luoghi di cura. È inconcepibile che in tutte le strutture pubbliche, negli aeroporti, nei palazzi istituzionali ci siano sistemi di controllo all'ingresso, mentre negli ospedali, nei Centri di salute mentale, negli ambulatori non ci sia nessun filtro. Dopo le psichiatre Paola Labriola e Barbara Capovani, uccise con un pugnale e con una spranga, dopo il medico Giorgio Falcetti, trucidato a colpi di accetta, non vogliamo piangere altre vittime: chiediamo una soluzione concreta per la sicurezza degli operatori sanitari". Così il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, commenta quanto accaduto ieri all'ospedale di Secondigliano. "Una tragedia sfiorata - continua Anelli - che riporta alla mente altri, troppi episodi analoghi, recenti e più lontani nel tempo. Siamo vicini alla collega, e ammiriamo il gesto encomiabile di aver poi accompagnato il paziente in ambulanza per il ricovero in ospedale". "Una prossimità, una dedizione che non devono però - conclude il presidente Fnomceo - andare a discapito della sicurezza sul lavoro. Per questo va elaborata una strategia, un protocollo che, a partire dai controlli all'ingresso, sino alla previsione di presidi di polizia, passando per l'affiancamento dei sanitari con mediatori culturali, che possano parlare con i pazienti e i parenti mentre gli operatori intervengono, renda sicuri i luoghi della cura".

Società Psichiatria: “Sconcerto e preoccupazione" per le minacce con la pistola di cui è stata vittima una psichiatra del Centro di salute mentale di Secondigliano. E "piena solidarietà e vicinanza alle colleghe che ne sono state coinvolte". Ad esprimerli la Società italiana di psichiatria (Sip).

A Roma incontro tra Dipartimenti Salute Mentale

Dopo la riunione di stamane alla struttura Secondigliano gli psichiatri napoletani, sotto choc per le minacce alla loro collega, parteciperanno domani a Roma al tavolo di lavoro promosso con le istituzioni per rimettere la salute mentale al centro dell'agenda politica del Paese. I dipartimenti di Salute mentale di tutta Italia si riuniscono per trovare soluzioni a problemi non più procrastinabili dopo il terribile omicidio di Barbara Capovani in Toscana e quando accaduto a Napoli. L'evento romano organizzato dal coordinamento nazionale dei Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale italiani e da Motore Sanità (con il contributo non condizionato di Angelini Pharma, Otsuka, Janssen Pharmaceutical Companies of Johnson & Johnson), in programma presso l'Hotel Nazionale (Sala Capranichetta), vuole aprire il dialogo tra psichiatri, neuropsichiatri infantili, psicologi e medici delle dipendenze, i rappresentanti delle Società scientifiche, delle categorie professionali e degli altri ambiti sanitari dell'emergenza. In Italia, specialmente dopo la pandemia, nonostante cresca continuamente il numero delle persone che presentano un disturbo mentale grave (soprattutto adolescenti), i Dipartimenti di Salute mentale sono allo stremo e non riescono più a garantire i Lea.

Mancano personale e finanziamenti

“La presa in carico di un paziente grave necessita di continuità, prossimità e di un'équipe multidisciplinare che nessun privato può o vuole offrire. Ma le risorse di personale sono ben lontane dagli standard di Agenas recentemente pubblicati e il finanziamento dei Dsm è molto al di sotto della quota del 5% del FSN indicata dai Presidenti delle Regioni nel 2001”, sottolinea Giuseppe Ducci, direttore Dsm Asl Roma 1. Urgente cambiare il codice penale, per la drastica riduzione della non imputabilità e per riportare i servizi per la salute mentale ai compiti di prevenzione, cura e riabilitazione, lasciando alla giustizia i compiti di custodia. “Occorre una forte integrazione con l'area di dipendenze e la continuità con la neuropsichiatria infantile” aggiunge Michele Sanza, direttore del Dipartimento di Salute mentale e dipendenze patologiche di Forlì-Cesena a nome del board di 100 dipartimenti di Salute mentale italiani.

Notizia in aggiornamento