Melito di Napoli, 3 ottobre 2022 – “Lo Stato ci aiuti, oppure getto la spugna”. Minaccia le dimissioni Luciano Mottola, il sindaco di Melito che questa mattina era al fianco delle famiglie in presidio davanti alla scuola media Marino Guarano, dove il docente Marcello Toscano è stato ucciso a coltellate dal bidello dello stesso istituto. Molti ragazzi non torneranno più a scuola, la paura dei genitori è troppo forte: chiedono controlli in tutta la città, ma soprattutto all’Istituto Marino Guarano, più volte teatro di aggressioni tra studenti. Le lezioni sono riprese questa mattina, dopo che la scuola era rimasta chiusa per giorni, dal ritrovamento del cadavere avvenuto nella tarda serata dello scorso 27 settembre.
Sommario:
- Lunedì prossimo i bambini in corteo
- Il grido di allarme del sindaco
- “Qui sta per morire tutto, anche la speranza”
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Lunedì prossimo i bambini in corteo
"Non lasceremo soli questi bambini – annuncia il sindaco Mottola – sarebbe il reale fallimento di chi rappresenta le istituzioni. Loro non sono soli e lo dimostreremo lunedì prossimo con una manifestazione che coinvolgerà gli studenti dell'intera città, un corteo partirà dal Comune per raggiungere il vicino campo sportivo dove i bambini delle nostre scuole avranno la possibilità di dire la loro".
"Noi sul piano sociale ed educativo facciamo il nostro e continueremo a farlo per impedire che i ragazzi si sentano soli, ma senza un sostegno, senza l'arrivo di occhi umani ed elettronici, per la nostra città diventa davvero difficile fare delle promesse ai bambini", aggiunge Mottola, che traccia un bilancio delle problematiche di un Comune come Melito, popoloso centro dell'area Nord di Napoli.
Il grido di allarme del sindaco
"A Melito non esistono le condizioni per andare avanti”, è il grido di allarme del primo cittadino che, già in passato, aveva segnalato la grave situazione al prefetto e alle istituzioni del territorio. L’omicidio? “Quello che è accaduto in questa scuola è la normale conseguenza di un abbandono concretizzato di questo territorio”, dice Mottola.
Poche risorse per gestire una città difficile, posta sulla linea di confine con i quartieri caldi di Secondigliano e Scampia, con un alto livello di spaccio e delinquenza diffusa. "Questo Comune è in dissesto finanziario dal 2019, un Comune con pochissimi dipendenti, che può contare solo su sei agenti della polizia municipale. Un Comune – prosegue il sindaco – ad alto rischio delinquenziale, dove è presente una tenenza con solo una decina di carabinieri. Abbiamo una sola assistente sociale, che è anche responsabile del settore, per 40mila abitanti. Una situazione tragicomica che abbiamo più volte segnalato alle autorità preposte”.
“Qui sta per morire tutto, anche la speranza”
“In altre realtà il governo è intervenuto con forza, penso alle vicine Scampia, a Secondigliano, all'agro aversano, a Casal di Principe. C'è una vivibilità che è aumentata esponenzialmente, noi siamo regrediti. Bisogna invertire la tendenza, ma il governo deve interessarsi seriamente di questi territori. Qui sta per morire tutto, anche la speranza. Faccio il mio ultimo appello al nascente governo con le aspettative non di un sindaco, già ampiamente deluso, ma di un genitore che vuole far crescere i propri figli in questa città". E conclude: “Qualora dovessero decidere di continuare su questa strada per me diventerà assolutamente impossibile proseguire e da genitore, prima che da sindaco, non potrò far altro che rimettere le chiavi della città nella mani del ministro dell'Interno".