Napoli, 27 novembre 2024 – “Io non c’entro niente con questa storia”: così Pasquale Punzo, proprietario dell’appartamento in contrada Patacca ad Ercolano al centro di una violenta esplosione lo scorso 18 novembre. Tre persone hanno perso la vita, le quali lavoravano nella fabbrica illegale di fuochi d’artificio: le gemelle Sara e Aurora Esposito e il papà diciottenne Samuel Tafciu.
Punzo, assistito dall’avvocato Domenico Scarpone, ha dunque scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere al Gip in sede di udienza di convalida del fermo, sebbene abbia comunque rilasciato alcune dichiarazioni spontanee. I sostituti procuratori Stella Castaldo e Vincenzo Toscano contestano all'indagato omicidio volontario plurimo con dolo eventuale, detenzione e fabbricazione di materiale esplodente non convenzionale e anche il reato di caporalato.
Quest’ultima accusa è data dal bassissimo salario riservato alle tre vittime: Tafciu veniva pagato 250 euro a settimana, mentre alle sorelle ne venivano versati appena 150. Sembrerebbe che Punzo approfittasse dello stato di bisogno dei suoi dipendenti.
Prevista per oggi l’autopsia sui corpi delle vittime, che potrebbe aiutare a far chiarezza sulle dinamiche di quanto accaduto. A decretare l’esplosione e dunque la morte dei tre sarebbero stati 5-10 chilogrammi di esplosivo, sebbene nel corso dei sopralluoghi le forze dell’ordine ne abbiano trovati circa 350.
Nel registro degli indagati risulta anche il nome dell’ex compagna di Punzo, Giulia Eboli, madre della 13enne formalmente proprietaria dell'abitazione in cui si è verificata la potente deflagrazione.