Caserta, 12 novembre 2024 – Arrestati per corruzione e lottizzazione abusiva i due ex sindaci di Teverola, Biagio Lusini e Tommaso Barbato. Ai domiciliari anche l’ex capogruppo Pasquale De Floris e il tecnico Gennaro Pitocchi. È il terremoto giudiziario che questa mattina ha sconvolto la cittadina del Casertano, da mesi sotto i riflettori della procura per la costruzione del complesso residenziale di Parco Iris, finito sotto sequestro insieme a un immobile di via Fratelli Bandiera.
L’area agricola era stata resa edificabile dal piano urbanistico approvato in consiglio comunale. L'inchiesta, coordinata dalla procura di Napoli Nord, ha portato all'applicazione di otto misure cautelari – quattro arresti domiciliari e quattro divieti di dimora nel Comune di Teverola – eseguite dai carabinieri di Aversa, per diverse ipotesi di corruzione e di abusi edilizi. Nell’inchiesta figurano altri sette indagati, tra politici locali, dipendenti comunali e costruttori.
L’accusa: “Lusini dettava la linea a Barbato”
Secondo la procura, l’ex sindaco Biagio Lusini avrebbe avuto il ruolo di mediatore tra amministratori, imprenditori e tecnici. Era lui a dettare la linea anche durante il mandato di Tommaso Barbato, contro il quale aveva perso le elezioni nel 2019, e sempre lui ad avere consegnato a Barbato di diverse somme di denaro che Lusini aveva ricevuto dai costruttori finiti sotto indagine. E sempre lui l’imprenditore di fatto della società che doveva realizzare il complesso edilizio del Parco Iris.
I permessi a costruire venivano rilasciati soltanto dopo numerosi contatti tra gli amministratori e i beneficiari, spesso con l'intermediazione di tecnici comunque pienamente coinvolti e consapevoli della irregolarità delle loro condotte. Un meccanismo con diverse condotte corruttive ricostruite dalla procura che vedeva coinvolto l'ex sindaco, insieme a componenti della giunta e del Consiglio comunale, oltre a imprenditori e altri privati cittadini.
Quattro arresti per corruzione
Tra i quattro arrestati, sono finiti ai domiciliari gli ex primo cittadini Biagio Lusini e Tommaso Barbato, quest'ultimo è stato vice-sindaco fino ad inizio ottobre nell'attuale amministrazione guidata da Gennaro Caserta. Arrestato anche l'ex capogruppo in consiglio comunale Pasquale De Floris, dimessosi come Barbato all'inizio del mese scorso, e il tecnico privato Gennaro Pitocchi, in passato dirigente in diversi Comuni.
I carabinieri del reparto territoriale di Aversa hanno eseguito anche quattro misure del divieto di dimora per l'ex consigliere comunale di opposizione Pasquale Buonpane, per l'imprenditore Angelo Morra, per Teresa La Palomenta, compagna di Pitocchi, e il figlio della donna, Alessandro Pisani.
Chi sono gli indagati
Nell'indagine dei sostituti procuratori Cesare Sirignano e Patrizia Dongiacomo figurano anche altri sette indagati, tra cui l'ex assessore comunale Biagio Pezzella - che ad inizio ottobre, quando si seppe dell'indagine, si dimise dalla carica in giunta, ma non da quella di consigliere comunale – e due dipendenti del Comune di Teverola: il responsabile dell'area finanziaria, Massimiliano Schiavone, e l’ex dirigente dell'Urbanistica Davide Vargas. Risulta indagato anche il costruttore Giovanni Miniero.
L’indagine su Parco Iris
I fatti riguardano la gestione dell'ufficio tecnico del Comune di Teverola e i permessi a costruire rilasciati per la realizzazione del Parco Iris, un complesso residenziale sottoposto a sequestro giudiziario insieme ad un altro immobile realizzato in via Fratelli Bandiera.
Ruolo chiave dell'inchiesta è quello dell'ex sindaco Lusini, ritenuto il mediatore tra amministratori, imprenditori e tecnici. Per gli inquirenti è Lusini che, anche durante il mandato da sindaco di Barbato - primo cittadino tra il 2019 e il 2023 - contro il quale si era candidato alle elezioni del 2019, dettava la linea. E così all'ufficio tecnico, secondo l'accusa, dovevano esserci solo dirigenti pronti a esaudire le richieste sue e degli imprenditori edili che volevano realizzare gli immobili poi da vendere. Dalle indagini è emersa la consegna da Lusini all'ex sindaco Barbato di diverse somme di denaro che Lusini aveva ricevuto dai costruttori finiti sotto indagine.
Le intercettazioni
Le vicende corruttive descritte nell'ordinanza cautelare sono emerse anche nel corso di intercettazioni telefoncihe e all'interno dell’auto di uno degli indagati, Biagio Lusini, già sindaco di Teverola dal 2005 al 2015, poi divenuto consigliere comunale di minoranza. Lo stesso - questa la tesi della procura - pianificava una "rilevante attività di speculazione edilizia in una vasta area agricola nel territorio comunale di Teverola, divenuta edificabile attraverso la rivisitazione del piano urbanistico comunale approvato in Consiglio comunale".
Lusini, "ricoprendo la duplice veste all'epoca dei fatti sia di consigliere comunale di minoranza che di imprenditore di fatto della società che doveva realizzare il complesso edilizio, nella piena consapevolezza dell'illiceità dell'intero progetto edificatorio di cui è stato, unitamente ad altre figure, il principale ideatore", fungeva da mediatore tra il proprietario dei terreni agricoli oggetto dei permessi di costruire e figure apicali della giunta comunale come il sindaco e l'assessore ai Lavori pubblici.
Questi ultimi, dietro l'accettazione della promessa di una consistente somma di denaro, "operavano al fine di far ottenere i titoli edilizi al proprietario dei terreni, grazie all'interessamento del responsabile dell'Ufficio Tecnico Comunale da loro stessi chiamato a ricoprire l'incarico nella compagine amministrativa comunale".
La procura: “Contesto inquietante”
In una nota della procura aversana si parla di un "contesto a dir poco inquietante" con una attività amministrativa illecita che si sarebbe protratta per lungo tempo e nella quale "i rapporti tra pubblico e privato erano saldamente finalizzati ad ottenere vantaggi, nella costante violazione delle leggi che disciplinano l'azione amministrativa".
L'attività d'indagine, eseguita nell'anno 2023, avrebbe fatto emergere un quadro "ancor più grave rispetto a fatti accertati precedentemente", nel triennio 2019-2021, confermando la "totale gestione della macchina amministrativa da parte di soggetti esterni, con la complicità del sindaco", risultato "materialmente al soldo di tutto l'entourage politico/imprenditoriale gravitante nell'orbita dei soggetti indagati".
L'allora sindaco, Tommaso Barbato, in particolare, "a seguito di elargizioni di denaro contante e di altre utilità eseguite su sue spasmodiche richieste", aveva deciso di abdicare al ruolo di primo cittadino, demandando le sue funzioni a un consigliere comunale di opposizione, poi dimessosi nel gennaio del 2022, che determinava "tutte le scelte strategiche, economiche e amministrative del Comune di Teverola, plasmandole in funzione dei propri esclusivi interessi economici, anche grazie, tra l'altro, al pieno controllo dell'intera giunta comunale".
Ne è prova il ruolo centrale, da semplice segretario del suo partito senza cariche amministrative, svolto nella procedura di nomina pilotata dei vari dirigenti d'area negli uffici comunali strategici, tutti "asserviti al suo volere, con conseguente rimozione di quelle figure in qualche modo avverse o invise", sottolinea la procura. Il ruolo ricoperto dagli indagati non investiti formalmente di funzioni amministrative era così noto da divenire un "affidabile e necessario punto di riferimento dei cittadini teverolesi" che, per ottenere i permessi, "provvedevano a elargire, sempre con le medesime modalità, somme di denaro al sindaco che operava con la complicità del consigliere comunale di minoranza già dimessosi".
Lo scambio delle nomine
Significativa risulterebbe la circostanza per cui gli indagati sono riusciti a portare avanti il proprio progetto criminoso in un arco temporale lungo, che ha visto avvicendarsi due amministrazioni comunali, nonostante gli stessi abbiano ricoperto nel tempo cariche diverse: a seguito delle elezioni svoltesi nel giugno 2024, infatti, quello che nelle prime fasi delle indagini era stato sindaco del Comune di Teverola, Barbato, veniva rieletto consigliere e nominato vicesindaco, il precedente assessore ai Lavori Pubblici veniva eletto consigliere comunale in quota minoranza, e, infine, un ex consigliere di minoranza veniva rieletto consigliere comunale in quota maggioranza.
Questi ultimi, lo scorso ottobre, hanno rassegnato le proprie dimissioni a seguito di interrogatorio da parte del gip del tribunale di Napoli Nord conseguente la richiesta di applicazione di misure cautelari a loro carico avanzata dalla procura.
Il sequestro di Parco Iris
Contestualmente alla esecuzione delle misure cautelari personali, i carabinieri del nucleo investigativo del gruppo di Aversa hanno dato esecuzione anche a un decreto di sequestro preventivo, emesso dal gip su richiesta della procura, di un'intera struttura immobiliare, il Parco Iris, di edilizia insediativa di tipo abitativo, in località Madama Vincenza, in parte ancora da realizzare, e le unità immobiliari oggetto di compravendita, e al sequestro preventivo di un fabbricato in via Fratelli Bandiera, a Teverola.