Napoli, 28 settembre 2022 – Smantellata una vasta rete di pedo pornografia online, un mercato clandestino di foto e video prodotto dalla sfruttamento sessuale di minor, anche di tenera età. Gli utenti si tenevano in contatto su una piattaforma di messaggistica, ma le tracce informatiche lasciate sul web hanno permesso alla polizia postale di identificare 26 persone, residenti in 9 diverse regioni italiane. Arrestato anche un uomo, bloccato in flagrante mentre vendeva dei file a caro prezzo. È stata una complessa operazione quella coordinata dalla Procura di Napoli, chiamata Black Room, e che oggi ha portato alla perquisizione delle abitazioni dei 26 soggetti gravemente indiziati di detenzione e commercio di materiale realizzato mediante sfruttamento di minori.
Dalle prime ore dell’alba, sono iniziare le perquisizioni in Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto e Calabria. Disposta la chiusura di alcuni canali, gruppi e chat-bot presenti sulla piattaforma, utilizzati per la commercializzazione e lo scambio di file pedopornografici. Nell'ambito dell'indagine, è emersa una convergenza investigativa con il Compartimento polizia postale di Torino nei confronti di un giovane cittadino straniero rintracciato in una provincia calabrese: arrestato in flagranza di reato, per commercio di materiale pedopornografico.
Black Room: carabinieri sotto copertura
L'indagine, denominata Black Room diretta dalla IV Sezione fasce deboli della Procura di Napoli, condotta dalla polizia postale della Campania e coordinata dal Centro nazionale di contrasto alla pedo pornografia online di Roma, è stata condotta, spiega una nota, "dagli investigatori partenopei in modalità undercover (sotto copertura, ndr) e ha consentito di smantellare una rete di utenti che, su una nota piattaforma di messaggistica istantanea ritenuta dagli indagati affidabile in ragione dell'anonimato garantito, gestiva la compravendita di materiale prodotto mediante lo sfruttamento sessuale di minori anche di tenera età".
Il costo variava in base all’età dei bambini
Gli operatori, dopo essersi introdotti in alcuni canali di condivisione del materiale illecito, sono riusciti a instaurare un rapporto di fiducia con alcuni interlocutori che si mostravano interessati allo scambio o alla cessione in cambio di somme di denaro che variavano in base all'età delle vittime degli abusi: più erano piccole, più il materiale era costoso.
L'attenzione degli investigatori "si è focalizzata in modo particolare sulla presenza di alcuni gruppi chiusi, in cui veniva divulgata una grande quantità di materiale pedo pornografico, ai quali potevano accedere soltanto gli utenti ritenuti affidabili dagli amministratori previo pagamento di una somma di denaro che abilitava all'iscrizione al gruppo".