Napoli, 28 ottobre 2024 – Avrebbero sparato per difendersi i due minorenni indagati nell’ambito dell’omicidio di Emanuele Tufano, il 15enne ucciso da un colpo di pistola esploso durante un conflitto a fuoco tra bande rivali nel centro di Napoli. Lo sostiene il legale due due ragazzini di 15 e 17 anni, entrambi feriti durante la guerriglia avvenuta nella notte tra il 23 e il 24 ottobre nella zona di Corso Umberto I.
Tra i giovanissimi armati coinvolti nello scontro tra ‘paranze’ di minorenni ci sarebbero anche dei bambini. Cinque le pistole che hanno fatto fuoco: le armi sarebbero state fornite da adulti legati alla camorra.
Chi soni gli indagati
Al momento, i due ragazzi di 15 e 17 anni risultano indagati solo per possesso di armi e non per l’omicidio. Questo perché, molto probabilmente, non è ancora chiaro da quale delle cinque pistole – stando a quanto ricostruito attraverso le ogive dei proiettili ritrovate sul posto – che hanno sparato quella notte sia arrivato il colpo mortale.
Secondo quanto si apprende, dalla visione dei filmati acquisiti dagli investigatori è già stato possibile identificare altri giovanissimi coinvolti nel conflitto a fuoco tra bande dei rioni Sanità e Mercato, tra cui alcuni minori non imputabili, mentre dai primi rilievi è emerso che siano state utilizzate addirittura cinque armi da fuoco.
L'indagine, molto più ampia e complessa, è condotta dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli, e procede con un coordinamento che vede affiancate la Procura dei Minorenni e la Direzione distrettuale Antimafia partenopea, poiché è ipotizzato il coinvolgimento di maggiorenni, legati alla criminalità organizzata, nella fornitura di armi alle baby gang.
L’autopsia
Domani il pm conferirà l’incarico per l’autopsia sul corpo di Tufano, il medico legale dovrà cercare di ricostruire la traiettoria del colpo mortale e fornire alla procura eventuali riscontri sulle dichiarazioni rilasciate dai due minorenni durante l’interrogatorio. Ma, soprattutto
L'accertamento dovrebbe verosimilmente poi prendere il via subito dopo il conferimento, previsto per le 14, ed è escluso al momento che vengano nominati consulenti di parte. Al momento, i due ragazzi sono indagati dagli inquirenti e dalla Squadra Mobile partenopea, ma non per l'omicidio - sebbene ci siano state anche parziali dichiarazioni autoaccusatorie - ma per possesso di armi.
Scontro armato tra bande
Tufano è stato ucciso durante uno scontro a fuoco – almeno cinque le pistole che quella notte avrebbero sparato – tra due bande di ragazzini: una della zona Mercato e l'altra del Quartiere della Sanità. Sarebbe questo lo scenario dietro all'omicidio di Emanuele Tufano. Il 15enne – che abitava nella zona della sanità è stato assassinato poco prima che raggiungesse Corso Umberto, mentre percorreva il tratto da via Carminiello al Mercato.
L’interrogatorio
Durante gli interrogatori a cui sono stati sottoposti, i due ragazzi di 15 e 17 anni avrebbero ammesso di aver partecipato allo scontro a fuoco, dovendosi difendere dal gruppo rivale, composto da giovani e giovanissimi della Sanità, in sella a diversi scooter: non è escluso che uno dei due abbia anche detto di aver sparato contro Tufano, sempre per difesa, ma il loro racconto è ancora tutto da verificare.
Le attività di indagine della Squadra Mobile e coordinate dai magistrati di due procure, quella dei minorenni e della Direzione distrettuale antimafia, vanno avanti senza sosta ed appaiono particolarmente complesse e delicate.