Torre Annunziata (Napoli), 7 settembre 2021 - É stato l'ultimo a essere stato arrestato aver partecipato all'omicidio di Maurizio Cerrato, il 61enne accorso in via IV Novembre a Torre Annunziata per soccorrere la figlia dopo una lite per il posto in un parcheggio. Il Riesame ha concesso gli arresti domiciliari a Francesco Cirillo, 67enne di Torre Annunziata, che era in carcere con l'accusa di concorso anomalo in omicidio volontario. Una decisione che arriva a circa cinque mesi dal delitto del 19 aprile scorso. Assistito dall'avvocato Antonio Iorio, Cirillo ha spiegato di aver partecipato alla spedizione punitiva, ma che non c'era da parte del gruppo l'intenzione di ammazzare il 61enne. Restano in carcere i fratelli Giorgio e Domenico Scaramella e Antonio Cirillo, suo figlio, ritenuto l'esecutore materiale dell'omicidio, avendo sferrato la coltellata mortale a Cerrato.
L'indignazione sui social di Tania Sorrentino, moglie della vittima
"Mio marito non ha avuto diritto al Riesame, noi non abbiamo diritti a sconti di pena. Se c’è una giustizia Divina tu padre indegno di questo nome pagherai fino al resto della tua miserabile vita. Fine pena mai per gli assassini", ha scritto su Facebook la moglie della vittima, Tania Sorrentino.
"Il nostro pensiero è rivolto esclusivamente alla famiglia della vittima, che abbiamo preso in carico fin dall'immediatezza dell'omicidio e che non lasceremo mai sola". Così il presidente della Fondazione Polis della Regione Campania don Tonino Palmese in merito alla concessione dei domiciliari a uno dei quattro uomini accusati dell'omicidio di Maurizio Cerrato. "Siamo fiduciosi che la giustizia farà il suo corso. Nel frattempo, rinnoviamo tutta la nostra concreta vicinanza alla vedova di Maurizio, Tania Sorrentino, e alle figlie Adriana e Andrea, le uniche per le quali la pena non avrà mai fine".
Le reazioni della politica
"La decisione del Riesame lascia sgomenti". Così Sandro Ruotolo, senatore del gruppo Misto, che si augura che "la Procura della Repubblica faccia ricorso, anche perché l'indagato avrebbe ammesso la sua partecipazione alla tragica spedizione punitiva". "La nostra solidarietà - aggiunge - va alla vedova e alle figlie di Maurizio Cerrato la cui esecuzione ha rappresentato uno spartiacque nella storia recente di Torre Annunziata e deve indurre tutti noi a reagire contro la camorra e il malaffare. È giunto il momento che Torre Annunziata si schieri. Chi è indifferente è complice dell'agonia della città. Occorrono segnali concreti a cominciare - conclude - dallo Stato che dimostri di essere Stato. Ma anche la città deve scendere in campo a difesa della legalità contro la cultura della violenza e della sopraffazione".