Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE NAPOLI

Nuovo crollo a Poggioreale, cimitero chiuso: sequestrato l'edificio franato

Bare sospese nel vuoto e salme scoperte: a Napoli la situazione è grave. I feretri potrebbero cadere da un momento all'altro. Oggi summit urgente in prefettura per decidersi il da farsi. Un altro smottamento si era verificato a gennaio in un'altra zona del camposanto

Napoli, 18 ottobre 2022 – Bare scoperte e salme visibili dai passanti, sequestrato l’edificio crollato e l’intero cimitero è stato chiuso per evitare che altri crolli possano coinvolgere i parenti dei defunti. La serrata d’emergenza è stata disposta dal Comune di Napoli dopo il nuovo crollo, avvenuto ieri intorno alle 14, al cimitero monumentale di Poggioreale. L'edificio funerario della Resurrezione, nella zona vicina al varco Balestrieri, e franata portandosi via i defunti. Appese alla facciata, una decina di bare sospese nel vuoto e pronte a cadere. E alcune salme sono visibili.

I vigili del fuoco, dopo aver localizzato l'area ed esaminato la gravità di quanto accaduto, hanno espresso il convincimento che l'intero cimitero dovesse essere dichiarato immediatamente inaccessibile. Su disposizione dell'autorità giudiziaria, è stato sottoposto a sequestro l'edificio dell'arciconfraternita “Gesù Risorto 1”, all'interno dell'area cimiteriale monumentale . Oggi si terrà in prefettura a Napoli una riunione d’urgenza a cui parteciperanno i vari soggetti istituzionali competenti. Oltre a disporre la chiusura del cimitero monumentale, per oggi sono sospese le operazioni di polizia mortuaria. Un primo crollo si era già verificato lo scorso 4 gennaio, e seguito da un'altro il giorno successivo, in un'altra area del cimitero e per questo risultano indagate 20 persone

La congrega crollata con decine di bare scoperte
La congrega crollata con decine di bare scoperte
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I precedenti crolli

Il 4 e 5 gennaio scorso nel cimitero più antico del capoluogo campano, che ospita il Quadrato dei nobili con cappelle gentilizie e tombe di personaggi illustri, si erano verificati altri due crolli, con centinaia di bare distrutte e salme disperse. Per quei crolli, addebitati da subito ai lavori in corso in un cantiere di una fermata della metropolitana, la procura di Napoli ha aperto una inchiesta con circa 20 indagati tra tecnici e dirigenti della società di costruzione del metrò. I cedimenti di gennaio, però, sono avvenuti in un'area diversa da quella interessata dal crollo ieri, e hanno devastato le cappelle dei Banchi dei Dottori di Maria degli Angeli e San Giovanni Battista della disciplina e dell'Immacolata Concezione e San Giacchino a Sopramuro al Carmine, che non hanno riaperto nemmeno il 12 settembre scorso, quando la procura dissequestrò l'area, dato che sono sempre in corso le operazioni di recupero delle salme.